Stazioni di Monitoraggio fiume Sarno: dove sono e come funzionano

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Il bacino del fiume Sarno continua a destare preoccupazioni, necessita di essere costantemente monitorato metro dopo metro, dopo decenni di allarmante incuria che continua a persistere in molte zone, da Sarno e da Solofra fino alla foce del Rovigliano. Il torrente Cavaiola è solo uno dei tanti affluenti a rischio inquinamento, sebbene negli ultimi anni una parte del tratto presenti una situazione di relativa normalità grazie al lavoro delle Gadit guidate dall’avvocato Concetta Galotto. Da oltre un mese sul sovrappasso di Camerelle a Nocera Superiore è stata installata  una stazione di monitoraggio facente parte della rete delle Stazioni di Monitoraggio delle portate e della qualità delle acque del Fiume Sarno. Le stazioni di monitoraggio, per un totale di 14 unità, sono state ordinate dalla Regione Campania per un costo complessivo di 2 milioni di euro e tutti i dettagli sono visualizzabili sul sito dell’Arcadis.

Francesco Saverio Minardi, ingegnere libero professionista, esperto in mobilità e LL.PP, è stato tra i primi ad aver notato e segnalato sui social la stazione di monitoraggio di Nocera Superiore che, sia ben chiaro, non hanno funzione di protezione civile o lanciare allarme in caso di inondazioni, come molti sarebbero portati a credere. “Queste stazioni hanno, attualmente, funzione di recupero dati per aggiornare i valori di piena dell’alveo e, conseguentemente, fornire dati progettuali  dell’intero bacino idrografico, all’interno del quale anche il nostro comune è collocato – ha precisato l’ingegnere Minardi -. Le stazioni di monitoraggio delle portate, distribuite in tutti i punti critici del reticolo idrografico, sono 14 così suddivise: 3 sul fiume Sarno; 3 sul Solofrana; 2 sul torrente Cavaiola; 2 sull’Alveo Comune Nocerino; 2 sul Calvagnola e 2 sul Lavinaio”.

Chi controllerà la raccolta dati di questi “occhi fluviali”? “I tecnici della Regione e/o Arcadis effettueranno prelievi delle acque ogni 15 giorni ed in qualunque momento si registri una criticità sul territorio, anche con semplice segnalazione e non necessariamente proveniente da addetti ai lavori. Ciò significa, in pratica, che ogni cittadino può comunicare la necessità di un prelievo, in un particolare momento, la procedura è ben spiegata sul sito istituzionale di Arcadis”. Ma in caso di sforamento dei limiti non potranno lanciare un allarme in tempo reale pur avendo una “funzione fondamentale in questa fase. I dati che i tecnici della Regione otterranno saranno fondamentali per la verifica ed il dimensionamento delle opere idrauliche presenti ed a realizzarsi”. Al momento il dato certo e inconfutabile è che la situazione igienico-sanitaria resta in ‘alto mare’ ancora in moltissime zone tra la provincia di Salerno e Napoli e le criticità ambientali sono lontane dall’estinguersi. Ma queste stazioni di monitoraggio potrebbero rappresentare un piccolo passo avanti se gli addetti ai lavori sapranno sfruttarle con onestà d’intenti e perseveranza.

Luigi Ciamburro