Sarno. “Quella maledetta notte di 25 anni fa”, il ricordo di Ciro Francese

0
364

Per non dimenticare la tragedia, sono passati venticinque anni dal quel 5 maggio del 1998, quando decine di frane e milioni di metri cubi di fango colpirono i comuni di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano, causando la morte di 161 morti, 350 feriti e 3mila sfollati, distruggendo centinaia di abitazioni. 

Un tema più che mai attuale alla luce dei cambiamenti climatici.

Sulla questione interviene Ciro Francese, ambientalista, in passato una lunga militanza nel gruppo dei Verdi, all’epoca dei fatti fu intervistato dal cronista dei principali avvenimenti italiani di quegli anni del Gr1 RAI, e Direttore di Radio1 Gerardo Greco.

“Oggi bisogna mettere in sicurezza e monitorare costantemente i nostri territori per evitare tragedie come quelle di Sarno” spiega Francese, “i nostri territori ormai sono stati cementificati attraverso condoni e anche in luoghi come gli alvei ormai ristretti e senza una costante manutenzione. È necessario continuare ad effettuare una ricognizione puntuale dello stato di manutenzione delle opere idrauliche presenti e sarà necessario approntare, in tempi rapidi, un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione del realizzato. Oggi è questo il quadro di elevata pericolosità geomorfologica e idraulica del territorio italiano oramai fuori controllo e non conforme alle caratteristiche dei territori, ha incrementato l’entità delle condizioni complessive di rischio”. Anche la nostra città, fu colpita dall’alluvione del 6 novembre 2017, non dimentichiamoci, sottolinea Francese.

Angri: “Alluvione moderna”, fu la definita dal geologo Franco Ortolani, alluvione da Guinness dei primati!

Alle prime ore del 6 novembre 2017 (circa 50 mm in circa un’ora), i flussi fangosi e detritici innescatisi lungo i versanti devastati dagli incendi estivi in seguito al nubifragio che ha investito l’area tra Nocera Inferiore ed Angri si sono incanalati in un vallone poi raggiunta la zona pedemontana dove gli alvei sono stati “sapientemente” cancellati dall’uomo non si sono persi d’animo.

Lasciata la zona pedemontana i flussi si sono incanalati lungo alcune strade che si dirigono verso l’abitato a valle spingendosi fino alla stazione lontana alcuni chilometri dai versanti dai quali si erano originati.

Anche se nella memoria collettiva questo viene ricordato come l’evento di Sarno, nella cui frazione di Episcopio si ebbe la stragrande maggioranza di vittime, in realtà gravi perdite si registrarono anche a Siano e Bracigliano (SA),  San Felice a Cancello (CE) e Quindici (AV).

La macchina degli aiuti si avvalse di centinaia di giovani provenienti da tutta Italia vi si recarono per prestare soccorso assieme a carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco e popolazione locale.

“Dalla mente è impossibile rimuovere le strazianti immagini dell’ospedale Villa Malta, quelle bare messe in fila in strada. A distanza di tanti anni restano le ferite mai rimarginate. A due passi dalla montagna venuta giù 25 anni fa oggi ci sono certezze ?”, conclude Francese.