Cassazione cancella la “devastazione”, speranza per 14 ultras della nocerina

Lo dice la prima sezione della Corte suprema di Cassazione, che ha annullato con rinvio la condanna in Corte d’Appello dell'unico tra i 15 ultras della nocerina giudicato con rito abbreviato, coinvolto negli scontri con quelli del Perugia e le forze di polizia

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La sera del 30 agosto 2013 gli ultras della Nocerina non si macchiarono del reato di «devastazione». Lo dice la prima sezione della Corte suprema di Cassazione, che ha annullato con rinvio la condanna in Corte d’Appello di Raffaele Villani, l’unico tra i 15 ultras giudicato con rito abbreviato, coinvolto negli scontri con quelli del Perugia e le forze di polizia. La pronuncia degli ermellini, in attesa di leggere le motivazioni, potrebbe ora stravolgere in positivo il destino processuale anche dei restanti 14 tifosi attualmente sotto processo al tribunale di Nocera Inferiore. Nel ricorso presentato dal legale del 37enne, Carlo De Martino, si puntava a derubricare il reato di “devastazione” in “danneggiamento”. Villani fu condannato in primo grado a 4 anni, con la pena poi ridotta in Appello a 2 anni e 6 mesi. Quella sera, un gruppo di supporter rossoneri venne a contatto con le forze di polizia, che stavano scortando allo stadio S. Francesco la tifoseria del Perugia. Pochi minuti dopo, sarebbe cominciato il match tra i rossoneri e i grifoni. Gli scontri ebbero inizio alle 20.25 in via Pucci, con due pullmini da nove posti con a bordo tifosi perugini, «fermati e aggrediti da tifosi locali». L’intervento della polizia fece il resto, con gli stessi costretti a difendersi dopo poco da una fitta sassaiola iniziata dagli ultras rossoneri.

Le indagini portarono mesi dopo all’arresto di quindici persone. Entrambe le sentenze di condanna per Villani (oltre ad una pronuncia del Riesame di Salerno per tutti gli ultras), riconobbero la devastazione, descrivendo di «agguati» commessi da gruppi di tifosi a danno della tifoseria ospite e della polizia, oltre alla distruzione dell’arredo urbano, i cui resti furono utilizzati per la sassaiola contro gli agenti. Nel ricorso ora accolto dalla Cassazione, che porterà ad una nuova valutazione delle accuse per il 37enne nocerino, la derubricazione in “danneggiamento” era sostenuta per diversi motivi: l’unico oggetto a finire danneggiato quella sera fu un’auto della polizia. Inoltre, l’obiettivo dei nocerini era la tifoseria avversaria (colpevole di aver aggredito alcuni passanti) e non creare «caos e violenza contro tutto e tutti». Persino il Comune, con un sopralluogo effettuato il giorno dopo gli scontri, non riscontrò danni all’arredo urbano. Villani sarà nuovamente giudicato in Corte d’Appello, ma questa volta con le direttive scritte nero su bianco dai giudici della Suprema Corte. Nel caso il reato di devastazione dovesse cadere, eventuali pene di condanna per i tifosi andrebbero a ridursi notevolmente rispetto a quanto prospettato inizialmente.