Napoli – Nata la pizzeria “Brigata Caterina” nel carcere di Poggioreale “Giuseppe Salvia”

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Nella serata del 14 luglio ’20 presso la casa circondariale Poggioreale “Giuseppe Salvia” c’è stata l’inaugurazione della pizzeria “Brigata Caterina”.
Nata dalla sinergia tra il ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (DAP) e la Diocesi di Napoli, tale progetto si pone l’obiettivo di rieducare i detenuti e si occupa del loro reinserimento sociale e lavorativo attraverso attività formative in un laboratorio artigianale all’interno del carcere.

Finanziato dalla Cassa delle Ammende e coordinato da Antonio Mattone, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi Napoli, questo progetto permetterà ai detenuti ed al personale in servizio di degustare all’interno dell’istituto la vera pizza napoletana. «La fase procedurale è stata quella più lunga con l’approvazione del progetto nel settembre 2019 (a seguito di un lungo colloquio tra il cardinale Crescenzio Sepe e l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando)», racconta Mattone, «Vogliamo scegliere detenuti che siano motivati a cambiare vita». Il progetto iniziale prevedeva il coinvolgimento di 18 detenuti, ma l’emergenza da Covid-19 ha imposto di rivedere i piani: al progetto prenderanno parte solo 15 persone.

Il prossimo step sarà la realizzazione di una pizzeria all’esterno del carcere, in un locale – non più adibito al culto nel Centro Storico cittadino – messo a disposizione dalla Chiesa di Napoli: la chiesa di Santa Caterina al Pallonetto di Santa Chiara, da cui il nome “Brigata Caterina”.
All’evento del 14 erano presenti diverse personalità del mondo ecclesiastico e politico; durante la serata sono state sfornate pizze da Gianni Breglia della pizzeria del Popolo di piazza Mercato partner della cooperativa Consul Service, agenzia formativa nazionale, che ha sede anche nel napoletano – che è titolare del progetto.
Sono stati coinvolti:

  • – l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e l’Ufficio Inter-distrettuale Esecuzione Penale Esterna per la Campania (UIEPE), per le problematiche della selezione e per la verifica dei contesti familiari e sociali dei detenuti
  • – le Associazioni dei Pizzaioli Napoletani, per favorire la collocabilità dei detenuti formati presso i loro associati prospettiva di un futuro lavoro autonomo
  • – La Regione Campania per il finanziamento del placement e della formazione.

“(…) Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” Art.27 Cost. Napoli ci sta provando.
Antonietta Della Femina