Gennaro De Crescenzo, l’artista che racconta la sua Napoli attraverso la musica

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Il musicista, imparentato con Vincenzo ed Eduardo, descrive il suo amore per il canto, le canzoni di famiglia come «Luna Rossa», la città partenopea e la lingua napoletana.

di Marco Visconti

È nato tra gli artisti, chi è l’artefice che ha fatto nascere in lei l’amore per la musica?

«La musica è stata una costante della mia vita, è cominciata con i racconti dei miei avi paterni ed è continuata con l’ascolto di musica dei 33 giri in compagnia di mio padre, ex-cantante degli anni ‘70 col nome d’arte “GINO DEK”».

Ha avuto come guida artistica Vincenzo De Crescenzo?

«Zio Vincenzo è venuto a mancare quando io avevo 11 anni e non è potuto essere la mia guida, però con i racconti di mio padre ho capito che aveva una grande personalità umana e artistica».

Napoli fa da cornice alle sue opere musicali tramite la lingua napoletana e tramite il suo album musicale «Musica per Napoli», oltre che per i titoli di alcuni suoi testi musicali. Qual è luogo di Napoli che l’ispira artisticamente?

«I posti che mi hanno ispirato artisticamente sono molteplici, basta guardare il booklet del cd dove si può notare che la mia foto è stata scattata dinanzi a un pulcinella di bronzo realizzata dal maestro Lello Esposito (data in donazione al Comune di Napoli) e situata in Vico del Fico al Purgatorio, quasi all’angolo con via dei Tribunali nel centro storico di Napoli. Questa è infatti una delle statue più fotografate e anche tra le più “toccate”: una leggenda, infatti, racconta che si attira la buona sorte strofinando il naso “a becco” della maschera, anch’io lo toccai».

Canta canzoni in lingua vernacolare, cos’è per lei la lingua napoletana?

«Napoli è stata un crocevia di popoli e culture che hanno influito enormemente sulla formazione della lingua, la musica napoletana ha avuto un repertorio così vasto ed eccelso che nel tempo si è divulgata positivamente in tutto il mondo».  

«Luna Rossa», ultimo brano del suo disco musicale, presentato recentemente alla Camera dei Deputati, è un chiaro tributo verso suo zio, Vincenzo De Crescenzo, cosa le ricorda di lui quando canta questa canzone?

«Le conferenze stampa di “Luna rossa” hanno avuto due momenti magici: il primo a gennaio 2024 fatta all’ Ordine dei giornalisti della Campania con la moderazione del presidente Mimmo Falco e il secondo, a marzo 2024, alla Camera dei Deputati. Quest’ultima ha suscitato in me enorme emozione e soddisfazione. L’interpretazione del brano “Luna Rossa” è stata fatta in chiave beguine ed è stata riarrangiata da Carmine Terracciano e Michele Buonocore. Di mio zio Vincenzo De Crescenzo, ahimè, ho dei vaghi ricordi e quasi nessuno legato all’ambiente musicale, forse l’unico è l’emozione che provava quando ascoltava il brano (scritto da lui) interpretato da artisti famosi, come Frank Sinatra. Considero questa canzone un ”brano di famiglia”, ed è sempre un’emozione reinterpretarla».

 Nei prossimi mesi presenterà altri suoi brani musicali?

«Nei prossimi mesi ci saranno belle novità musicali, stiamo lavorando alla tournée estiva, sicuramente vi terrò informati. Vi spoilero che l’otto giugno sarò ospite a Madrid al teatro dei Salesiani per Modavision di Olga IF, evento per raccogliere fondi per bambini ucraini».