Elezioni 2023/ Scafati: Corrado Scarlato, perchè ha deciso di scendere in campo?

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Corrado Scarlato, classe 1968, imprenditore con il pallino della politica. Perchè ha deciso di scendere in campo?

Era inevitabile. Da scafatese, da imprenditore e da genitore non potevo restare a guardare come, ancora oggi e da dieci anni esatti, la città è divisa tra bande politiche che l’hanno trascinata in un baratro sociale, economico e ambientale.

Sarebbe?

Sarebbe che tre su cinque candidati a sindaco sono alla loro terza candidatura consecutiva. Due hanno prodotto un commissariamento in soli sette anni, un altro continua a spacciarsi per il nuovo e l’ultimo è rimasto fermo alla lotta di classe e divisione sociale. Non potevamo restare a guardare

Perchè lei?

Perchè non sono un professionista della politica, perché nel mio Dna vi è l’amore per Scafati, una splendida città purtroppo calpestata e ridicolizzata. Perchè sono un uomo del fare. Perchè Scafati merita competenza, esperienza e prospettiva. Basta con la mediocrità e il libro dei sogni.

E le primarie?

Le avevamo chieste, aperte a tutto il fronte democratico e progressista. Ma i personalismi hanno prevalso sull’interesse pubblico. E’ necessario allora un progetto civico, che superi le contrapposizioni ideologiche e rimetta Scafati al centro

Un carrozzone allora?

No, solo la fusione di esperienze e personalità diverse. Quando c’è unione di intenti, e non di interessi, i risultati cambiano.

La sua Scafati?

Una città meno burocratizzata, che abbia a cuore le proprie risorse. C’è bisogno di ripartire dai professionisti, dagli artigiani, dagli investitori. C’è bisogno di invogliare i nostri giovani a restare in città. Necessario creare le condizioni per il rilancio, come il garantire decoro, sicurezza urbana e sinergia con i privati. Penso anche ad una politica di recupero degli immobili dismessi, purché finalizzati a creare sviluppo e occupazione. Subito il Siad e il Puc, il Pip va ricostituito, visto che è stato dichiarato scaduto dal Tar.

Qualcuno l’accusa di conflitto di interessi.

Quale? La riconversione della ex Papiro Sud? Creare quattro medie strutture di noti marchi, che non danneggiano il piccolo commercio locale ma anzi vanno a valorizzare l’area e creare almeno 150 posti di lavoro, lo chiama conflitto di interessi? La volumetria diminuisce, e il Consiglio di Stato ha riconosciuto la legittimità del progetto. Non certo andiamo a speculare su suolo pubblico o sprecare soldi dei cittadini.

Cosa pensa degli avversari?

Mi chiedo perché si ostinano a ripresentarsi per tre volte consecutive e nonostante i palesi risultati raggiunti. Questa è difesa dello status quo, di potere costituito. La città se vuole crescere deve liberarsi di questi professionisti della politica. E’ una stagione da archiviare, bisogna guardare al futuro