Costretta a prostituirsi: mamma di Castel Giorgio «consapevole di sfruttare la figlia»

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Sono state depositate le motivazioni della condanna – pronunciata dal tribunale di Salerno – nei confronti di una madre 40enne di Castel San Giorgio, che dovrà scontare 7 anni di carcere per aver indotto la figlia 13enne a prostituirsi.
«Incapace di valutare i rischi dei suoi comportamenti, da genitore immaturo, mossa solo da bisogni primitivi ma consapevole di trarre vantaggi economici dallo sfruttamento della figlia. La sua condotta è stata omissiva, perché pur avendo la posizione di garanzia rispetto alla figlia minore, favoriva quegli incontri sessuali». Si è pronunciato in questi termini il Gup, che ha dunque sconfessato la tesi della difesa, secondo cui la donna sarebbe stata incapace di intendere e di volere. Una capacità al contrario dimostrata dal fatto che «induceva la figlia alla prostituzione, ne sfruttava e, comunque, generalmente ne favoriva la prostituzione con il 62enne, accompagnandola agli incontri e lasciando che la minore avesse rapporti sessuali remunerati». Per il giudice, insomma, la donna «era pienamente consapevole di quanto accadeva». Non solo con l’operaio 62enne. Anche con due rumeni: «è significativa la circostanza che i due chiedessero a lei specificamente la presenza della figlia e che ella l’assicurasse e di tanto rassicurasse gli interlocutori, lasciandogli la figlia a disposizione».
La difesa presenterà a giorni appello alla sentenza. Per la stessa indagine invece, saranno processate altre due persone: un romeno che avrebbe avuto rapporti sessuali con la minore ed un 30enne, di fatto fidanzato con la minore.