Cos’è il debito detestabile e la sua applicazione in Italia – di Tiziano Sica e Francesco Marraffa

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Richiedere la cancellazione del debito pubblico italiano si può. La soluzione è il cosiddetto debito detestabile (o odioso), con il quale ci si riferisce al debito nazionale contratto per perseguire interessi diversi da quelli nazionali, nella consapevolezza dei creditori e nell’incoscienza dei cittadini. La proposta arriva dal dottor Tiziano Sica e dall’avvocato Francesco Marraffa, i quali hanno diffuso sui social network un documento esplicativo sul tema. Non sarebbe il primo caso attestato, essendoci stati vari precedenti come Tinoco (1922), Etiopia (1947), Iraq (2003), Ecuador (2007) e Islanda (2008). Il governo italiano potrebbe richiedere alla commissione europea l’estinzione dei debiti, anche se maturati dai governi precedenti, i quali non hanno apportato miglioramenti o giovato alla crescita del Paese. Cancellando parte del debito, non ci sarà la necessita di richiedere aiuti quali Mes, coronabond o eurobond; così il Paese crescerebbe anche di rating, con maggiore investimento da parte di banche estere. ll ricavato potrebbe essere investito nella sanità e nelle partite IVA, afflitti dall’emergenza Covid-19. Tutto ciò porterebbe ad un incremento di liquidità positivo nelle casse dello Stato, utili a finanziare iniziative importanti per l’Italia. A questo punto bisogna solo chiedersi: qual è la volontà dell’Unione Europea?

 

In occasione dell’emergenza epidemiologica SARS COVID-19 che ha provocato, tra le innumerevoli conseguenze, una delle recessioni economiche più importanti della storia, si è assistito, nel panorama sociopolitico italiano, al susseguirsi di DPCM, slogan, proposte e progetti di finanziamento, che vanno dal credito d’imposta, liquidità erogate da istituti bancari garantiti dallo stato, bonus, strumenti agevolativi di varia natura a finanziamenti a fondo perduto. Ad oggi, nessuna delle misure adottate sembra davvero rispondere alla sempre più stringente necessità di sostegno del cittadino da parte dello stato. A tal fine, si ritiene opportuno porre l’attenzione su un ulteriore strumento di liquidità e disponibilità finanziaria che ha trovato applicazione in più occasioni nel corso del 900. Stiamo parlando del cosiddetto “debito detestabile/odioso”.

Diamo una definizione

Per debito odioso, si intende quel ramo del diritto internazionale riguardante la successione tra gli Stati nel debito pubblico. Con esso ci si riferisce al debito nazionale contratto per perseguire interessi diversi da quelli nazionali nella piena consapevolezza dei creditori e nell’incoscienza dei cittadini.

Dato la definizione di tale debito, bisogna fare alcuni cenni storici che vengono riportati su alcuni siti:

CASO TINOCO

Nel 1922 la Costa Rica, con una legge, rifiutò il pagamento dei debiti contratti dal dittatore Federico Tinoco con la Royal Bank of Canada. Il giudice William Howard Taft, considerò che il governo Tinoco non potesse obbligare la Costa Rica al pagamento dei debiti in quanto “contratti nel momento in cui la popolarità del governo Tinoco era scomparsa, e nel momento in cui il movimento popolare militare stava guadagnando forza, avendo come obiettivo di rovesciare il governo. Quindi la legge della Costa Rica fu dichiarata compatibile al diritto internazionale.

TRATTATO DI PACE CON l’ITALIA

La commissione di conciliazione franco-italiana sostenne l’incompatibilità dell’assunzione da parte dell’Etiopia del debito contratto dall’Italia per la conquista del territorio etiope, tutto questo in occasione dei trattati di Parigi del 1947.

IL CASO IRACHENO

Vede Attore principale il dittatore Saddam Hussein e i sui 125 miliardi di passività accumulati dal suo governo. Infatti, nel 2003 negli Stati Uniti alcuni autori discussero sulla teoria del debito detestabile proprio per eliminare le passività del governo suddetto, e tale debito avrebbe reso difficile la ricostruzione e lo sviluppo economico dell’Iraq.

IL CASO ECUADOR

L’Ecuador nel 2007 dichiara il suo debito odioso verso il INTERNATIONAL MONETARY FUND, il risparmio di tale debito ha permesso di investire la Nazione in infrastrutture. Ovviamente creando una commissione economica creata appositamente.

IL CASO ISLANDA

Con l’esplosione della crisi dei mutui subprime, nel 2008, le banche islandesi si ritrovarono improvvisamente esposte per circa 10 miliardi di euro, chiedendo la bancarotta. Nel 2009 l’Islanda, non potendo far fronte all’enorme debito contratto dalle banche dichiara la bancarotta e il primo ministro Haarde è costretto ad accettare un prestito di due miliardi di Euro dal Fondo Monetario Internazionale per scongiurare l’insolvenza.
In cambio il governo islandese vara una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 miliardi di Euro somma che ricadrà su ogni famiglia islandese, mensilmente, per 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.
Alla presentazione della legge esplode la rivolta popolare e il governo è costretto alle dimissioni. Il nuovo governo ritrova in eredità la legge sul debito ma, a causa di dissidi interni alla coalizione, non ne ferma l’iter in Parlamento. Nel febbraio 2011 il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare che vedrà una schiacciante vittoria dei No (93%). Il debito viene dichiarato “detestabile” e quindi, per i cittadini islandesi, non esigibile. Quindi in debito fu estinto.

APPLICAZIONE ITALIA

Ora applicando lo stesso concetto nel nostro caso, avendo anche dei precedenti con paesi che affacciano sulla nostra economia. Il governo italiano potrebbe richiedere alla commissione europea la cancellazione dei debiti, maturati dai governi precedenti, debiti che non hanno giovato alla vita del nostro paese e non hanno portato dei miglioramenti alla vita degli Italiani o allo stesso governo.

Non da sottovalutare ma da considerare una cosa molto importante, se i titoli e i rendimenti continuano a scendere si può verificare un evento: il tasso del materasso.

La gente preferirà’ conservare i propri risparmi nelle banche, questo potrebbe provocare un costo per il denaro sui conti correnti che potrebbe arrivare fini al 2,4% secondo alcune notizie apprese dal web. Questa manovra ovviamente porterà ad investire, quindi a rischiare il proprio capitale. Attraverso il quantitative easing la banca centrale potrebbe comprare i titoli di stato dei vari paese, quelli che hanno il reating bbb-.

Cancellando una parte del debito pubblico italiano, non si avrà più’ la necessita di richiedere il MES oppure i coronabond o eurobond, così facendo il nostro paese crescerebbe anche con rating passando molto probabilmente da un attuale bbb- ad un maggiore investimento da parte di banche estere, si potrebbe anche pensare ad utilizzare il ricavato nella sanità e nelle partite iva, che stanno soffrendo l’emergenza da Sars Covid-19.

Per concludere il debito detestabile/odioso, come avvenuto per le nazioni sopracitate, porterebbe ad un incremento positivo nelle casse dello stato, + liquidità di cassa, da poter investire in altre iniziative importanti per la nostra amata nazione. A questo punto dobbiamo solo chiederci qual è la volontà dell’Europa?

DOTT. TIZIANO SICA

AVV. FRANCESCO MARRAFFA

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