Angri. I racconti di Carmine Lanzieri Battaglia: Militanti, militari e militi ignoti

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Il mondo e le vicende che lo coinvolgono sono in continua evoluzione, e meno male, così non ci si annoia e si progredisce sempre verso nuovi traguardi o quantomeno ci si muove su strade mai percorse.

Del resto, come diceva Nietzsche “bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”, ed è quello che succede ai movimenti popolari e culturali ed anche a quelli politici. Sta succedendo anche all’interno del Partito Democratico: una rivoluzione continua con segretari che si susseguono, congressi e tesseramenti, correnti continuamente alternate ed alternative ad ogni precedente alternativa.

Essendo tesserato e parte integrante del movimento politico angrese, mi sono reso conto che le varie anime che compongono il sodalizio locale, si potrebbero riassumere in tre “categorie”: i militanti, i militari ed i militi ignoti. Non ho velleità di sviscerare manifesti politici, tantomeno mi voglio arrogare la capacità di spiegare motivazioni o appartenenze varie, quello che mi interessa e che voglio condividere con voi, è solo la mia personale “catalogazione” degli iscritti. E quindi, rigorosamente in ordine alfabetico, cominciamo dai militanti.

Il militante è l’iscritto storico, quello che ha l’anima avvolta nella bandiera del partito, ne abbraccia i progetti ma è sempre critico, vuol capire e farsi capire, si interessa disinteressatamente ad ogni iniziativa ed è pronto a sacrificare tempo e denaro per la “causa” politica che ha sposato. Ha le idee chiare sul da farsi e si aspetta che anche gli altri iscritti siano “fedeli” ai principi ispiranti.

Il militare è colui che si “allinea” alle decisioni ed ai progetti, non si pone tante domande perché è persuaso che non compete a lui, lui segue la linea del partito ed il più delle volte è in prima linea nelle battaglie ideologiche e politiche che costellano il percorso del sodalizio cui ha dedicato il suo tempo e cui è devoto fino alla fine.

C’è poi la figura del milite ignoto, questi è iscritto al partito perché il suo nome è inciso sulla “lastra di marmo” alla base del monumento ai caduti (l’elenco dei tesserati); egli durante le interminabili discussioni politiche nei bar o dal barbiere, respira l’aria del partito e ne difende a spada tratta le scelte e le iniziative; lo vedi, anzi lo vedevi, durante i comizi elettorali o nelle feste dell’unità; il suo “ci sono” è imperioso ed inequivocabile, ma resta solo un nome nell’elenco dei tesserati.

Quasi non se ne conosce il volto, tanto è confuso nella nebbia; lo si nomina durante le votazioni, ma non è li per alzare la mano. Ognuno di noi iscritti può riconoscersi o meno in questo “album delle figurine”, è solo un gioco di parole teso a semplificare forse eccessivamente il mio pensiero ed il mio modo di vedere. Per quel che mi riguarda, aldilà di dove ognuno di voi pensa di collocarmi, io mi sento “militare”; non lo nacqui è vero, ma lo sono diventato, giorno dopo giorno, conscio dei miei limiti, ma altrettanto consapevole dei progetti cui tendo quotidianamente. Diceva Totò: “Siamo uomini o caporali?” Beh, io mi sento un caporale uomo e me ne vanto.