L’EDITORIALISTA | Il Torquato bis è inevitabile

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di Nicola Sorrentino

I candidati sindaci lascino perdere: Manlio Torquato ha già vinto. La campagna elettorale che si appresta a vivere la città di Nocera Inferiore vive di queste sensazioni. Nel marasma di candidati che annunciano candidature, per la maggior parte dei cittadini e di chi vive la strada, vi è una sola certezza: la vittoria del sindaco uscente. E non potrebbe essere diversamente, visto lo scarso livello mediatico che si registra attorno ai singoli competitor. Se si eliminassero le veline sui giornali in rete o le notizie apparse solo di recente sui quotidiani, in città nessuno saprebbe chi è disposto, tra un paio di mesi, a sfidare il sindaco Torquato. Più di una persona mi ha rivolto nelle ultime settimane la medesima domanda: “Ma i candidati si conoscono?”. La risposta non può essere una: bisogna ragionare sia sulle difficoltà dei partiti (o sigle, se preferite) a creare liste o a scegliere un candidato, ma anche sulle proposte lanciate da chi ha deciso di scendere in campo. Vi è poco, troppo poco, per pensare di insidiare un sindaco come Manlio Torquato, che tra difficoltà oggettive ed eredità preoccupanti (le peggiori quelle dei commissari prefettizi) è riuscito a dare una parvenza di equilibrio alla città di Nocera Inferiore. C’è ancora tanto da fare, è vero, lo ha ribadito lui stesso in quel manifesto primaverile pubblicato in rete giorni fa. Diversi sono i problemi che affliggono la comunità e sui quali non sembra esserci una reale volontà ad intervenire. Si va da quel mostro che si chiama viabilità alle politiche sociali, ai ritardi nei pagamenti, alla valorizzazione delle periferie (non devono essere sempre i comitati di quartiere a fare qualcosa, serve l’aiuto delle istituzioni) e all’efficienza della macchina comunale in ogni suo settore. In particolare quello della polizia municipale, con un organico ridotto all’osso e impossibilito a presidiare una città intera. Che un sindaco possa risolvere tutto questo in un solo mandato – come pure è stato contestato a Torquato – è follia. E’ vero come lui stesso dice che «Senza soldi non si cantano messe» e che gli aiuti del governo hanno rappresentato una manna dal cielo (vorrei ricordare ai candidati che i piani di riequilibrio vanno benedetti, non rinfacciati), ma è pur vero che in certe scelte serve coraggio, oltre alla capacità di immaginare Nocera non solo come una città di servizi, ma come qualcosa in più. Affibbiarle un marchio, qualcosa che la contraddistingua, che la renda “capofila” dell’Agro non solo a voce, ma anche nel concreto. Amministrare con parsimonia è giusto, ma programmare e pensare ad uno sviluppo che vada al di là della semplice gestione è sicuramente un atto meritevole e obbligatorio

La premessa è necessaria per spiegare perché chi oggi si candida a sfidare Torquato non ha grandi speranze di vittoria. I candidati ci sono, è vero, ma ragionare sulle loro proposte di programma è missione ardua. E gli esordi di molti di essi non sono stati dei più felici. Prendiamo Alfonso Schiavo, professionista rispettabile e serio, deciso a dare voce ad una parte della sinistra nocerina. Giorni fa ha detto che in molti non lo voteranno perché “proviene dall’esperienza dell’amministrazione Romano” (che è stata una buona amministrazione, a differenza di quel che si pensa). E’ giusto che Schiavo rifletta su questa circostanza, ma è altrettanto vero che non fa nulla per allontanare questo “pregiudizio” dalla sua candidatura. Negli ultimi interventi, infatti, si è speso soltanto a difendere l’operato di quell’amministrazione e a criticare Torquato dopo l’ultima pronuncia della Corte dei Conti sull’utilizzo dei fondi statali. Chi voterà Schiavo non credo voglia questo, ma altro. Vuole ascoltare proposte, vuole poter consultare il programma, comprendere come risolvere i problemi nel dettaglio e non solo capacitarsi della volontà nel volerli affrontare. La credibilità di un candidato si misura da questo, non dai botta e risposta fini a se stesso e utili solo a riempire spazi di giornale. Lo stesso si dica per il candidato di “Noi con Salvini”, Domenico Fimiani. Vorrei ricordare all’esimio professionista che Nocera Inferiore non è la Pianura Padana né la Lombardia. Prevenire la delinquenza urbana va bene, così come segnalare stranieri ed extracomunitari che non pagano il biglietto sui mezzi pubblici. Ma non sono loro gli unici a violare la legge, ci sono anche i nocerini, gli italiani in generale che vivono in quell’ottica di essere più “furbi” degli altri. Ridurre il tutto ad una questione razziale è fuori luogo e senza via d’uscita. E’ certamente apprezzabile invece l’annuncio di un altro candidato, Mario Stanzione. di voler ripristinare la vecchia fontana in piazza Diaz. Tuttavia, quanti voti conquisterebbe con questa promessa? Davvero crediamo che siano state le Ztl (che nel loro piccolo hanno ridotto la cafoneria di chi parcheggiava l’auto praticamente in casa d’altri) a distruggere il commercio e non una crisi che da oltre 10 anni massacra piccoli e grandi imprenditori? Rendere i parcheggi gratuiti al 50% è davvero una soluzione? Con la meccanizzazione delle aree gli introiti del Comune sono triplicati. Dove prenderà i soldi Stanzione, qualora dovesse concedere gratuitamente ai cittadini la metà delle aree pubbliche? Lo spieghi. E poi, basta con questa volontà a rinunciare allo stipendio da sindaco. E’ uno dei lavori peggiori, che può mantenerti piantonato in comune anche per 24 ore di fila. Governare non è uno scherzo, è impresa complicata e spesso anche rischiosa. Prendere il tutto come un gioco è solo banale populismo e nulla più

Centrodestra e Movimento 5 Stelle. Mi scuseranno i sostenitori pentastellati se li inserisco sullo stesso rigo di Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma anche qui non si vedono grosse novità rispetto ai precedenti candidati. La destra è in crisi profonda, tanto da dibattere su più candidati per cercare quantomeno di fondersi, per poi conquistare qualche posto in consiglio comunale o sperare di arrivare al ballottaggio. L’ultimo nome uscito fuori è quello di Andrea Vagito, che sembra essere certamente più gradito rispetto a quello di Pasquale D’Acunzi, stimabile imprenditore ma che in quanto a presenza in città, a proposte e ad attivismo è totalmente evanescente rispetto al noto avvocato. Pare ci sia anche il nome di Tonia Lanzetta, l’ex assessore. Grande e instancabile lavoratrice, ma deve sbrigarsi a far sapere alla città che ci sarà anche lei a correre per la poltrona di sindaco. La sua esperienza con l’amministrazione si interruppe nella maniera peggiore, eppure era una di quelle che lavorava meglio. E che soprattutto, rendeva conto alla città del suo operato. Una circostanza fondamentale se si cerca la fiducia degli elettori. Al momento è solo un nome sui giornali: si aspettano proposte programmatiche che di sicuro, conoscendo le sue capacità, non mancheranno. Sul Movimento 5 Stelle regna invece l’incertezza: pare si lavori ad una lista e ad un candidato. La mia opinione è che se i risultati saranno gli stessi dell’ultima candidatura, tanto vale lasciar perdere e proseguire invece quel lavoro di associazionismo che negli anni scorsi ebbe il merito di portare alla ribalta questioni tutt’altro che secondarie.

Accumulerò nuovi amici e nemici dopo questi lunghi ma intensi pensieri, ma un’ultima riflessione va fatta. Qualora dovesse vincere di nuovo, il sindaco Torquato avrà l’obbligo di riuscire su ciò che ha promesso alla città. Dovrà circondarsi di una giunta competente, di professionisti che lavorino e affrontino seriamente i problemi. Ma anche di una squadra in consiglio comunale che renda onore a quell’assise. L’attuale maggioranza non sarà infatti ricordata per proposte, ma per aver distrutto il dibattito politico a causa di un’inesperienza ed un’inefficienza in parte anche giustificata. I nuovi consiglieri comunali dovranno svolgere ruoli attivi e non quelli di chi finisce per interessarsi a risolvere il problema dell’amico o del commerciante di turno. Un pensiero dovrà per forza di cose essere dedicato anche agli strumenti di concertazione, al mercato ortofrutticolo, alla gestione degli impianti sportivi e degli eventi: sfruttiamoli (positivamente, si capisce), valorizziamoli, ma soprattutto rendiamoli efficienti. Per chi invece si candida a sindaco: lasciate perdere le polemiche e le questioni politiche (ma a chi volete importi se il Pd si allea con Torquato o se il centrodestra si presenta senza simbolo): contano i programmi, la serietà delle proposte e la volontà nel saperli affrontare. Altrimenti il risultato è uno solo: il Torquato-bis.

 

 

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