Ventuno anni fa lasciava questo mondo, forse, il più grande cantautore che l’Italia abbia mai conosciuto. L’Italia popolana, la massa amava Lucio Battisti ed i suoi indimenticabili dischi.
Arrivato sulla scena italiana in punta di piedi, con la sua timidezza che lo ha sempre contraddistinto, il “genio” della musica italiana riesce a rivoluzionare il cantautorato del bel paese combinando svariati generi musicali: dal pop al rock, passando per blues, soul, folk e new wave.
Riporta alla ribalta temi come il sentimento e la quotidianità riuscendo a vendere in tutta la sua carriera 25 milioni di dischi.
La sua musica rivoluzionaria, accompagnata dai testi di Mogol, arriva ai cuori di tutti risultando l’artista più amato di sempre.
A 21 anni di distanza l’eco del suo stile fa nascere, ancora oggi, gruppi musicali e cantautori ispirati totalmente alla sua personalità.
Il “Bob Dylan” italiano muore a 55 anni nel suo paese di origine (Poggio Bustone) nella totale riservatezza. Non sono mai state rese note le cause ufficiali del decesso del simbolo della musica italiana di quegli anni e non solo. Nel corso del tempo dopo la fine del mito indiscusso Lucio Battisti, si sono susseguite varie ipotesi da parte del mondo della musica; qualcuno sostiene che era malato già da tempo, altri credono che a stroncare la vita dell’ icons musicale per eccellenza sia stato un infarto.
È difficile selezionare i brani più famosi e belli del cantante di Poggio Bustone ma di certo tutti ricordano “Il mio canto libero” o “Si viaggiare”. Indimenticabili quanto “I giardini di marzo”, “ancora tu”, “la canzone del sole”, “pensieri e parole”, “mi ritorni in mente”.