Usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, altra brillante operazione

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A Napoli e Castello di Cisterna (NA), militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, al termine di serrate ricerche, hanno eseguito il Decreto di Fermo del P.M., emesso dalla DDA di Napoli, nei confronti di TRAMBARULO Gennaro e della convivente PELLEGRINI Carmela.
Trambarulo già condannato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p., è stato ritenuto gravemente indiziato di avere agito, quanto ai fatti per i quali è stata emessa misura cautelare, nell’interesse e per conto di spicco del gruppo MALLARDO, costituente, unitamente al clan LICCIARDI e al clan CONTINI, articolazioni della Alleanza di Secondigliano.

Il Trambarulo e la compagna sono stati ritenuti responsabili a vario titolo dei delitti di violenza privata, usura ed estorsione continuate, aggravate dalla circostanza di cui al 416 bis nr. 1 c.p. ai danni di due imprenditori, operanti nell’hinterland nel settore alimentare e tessile. L’indagine – condotta dai carabinieri di Castello di Cisterna, coordinati dalla DDA partenopea – ha consentito di documentare la stipula di prestiti da parte delle persone offese, a tasso fortemente usurario, talora superiore al 50% rispetto alla soglia legale, per un importo preteso pari ad euro 250 mila e euro 500 mila, in varie rate a partire dall’anno 2002 e fino all’anno 2017, riscosse secondo modalità tipicamente mafiose. Le attività tecniche e le dichiarazioni delle persone offese hanno dato contezza della profonda prostrazione delle vittime che dopo la immediata consegna del danaro sono state costretta a pagare mensilmente somme di danaro a titolo di interesse, senza mai estinguere la somma capitale.
Il fermo è stato convalidato, per Trambarulo fermato a Napoli dal Gip presso il Tribunale di Napoli e per la Pellegrini fermata a Nola dal GIP presso il Tribunale di Nola.

Quanto al pericolo di fuga ritenuto sussistente da entrambi i Giudici per le Indagini Preliminari occorre evidenziare che TRAMBARULO GENNARO condannato il 10.7.2019 dalla 3 sezione della Corte di Assise di Napoli alla pena dell’ergastolo per il reato di omicidio, si è reso in diverse occasioni irreperibile, coma da accertamenti della Squadra Mobile dai quali è emerso la in prossimità di ogni udienza, all’esito della quale i provvedimenti dell’AG. avrebbero potuto incidere sulla sua libertà personale, si allontanava dall’Italia.

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