Una riflessione: donne parliamo di politica!

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Stamane nei locali della Galleria Maiorino a Nocera Inferiore l’incontro per concretizzare l’idea di costruire insieme “La Rete dei Popolari” per la Campania, con il sostegno intellettuale di Ciriaco De Mita e Cirino Pomicino.

Presenti molti ex democristiani e curiosi di ogni tipo, ma saltava agli occhi l’assenza dei giovani e delle pochissime donne intervenute.

L’eccezione che conferma la regola, l’intervento della Capogruppo alla Regione Campania per L’Italia è Popolare, la dott.ssa Maria Ricchiuti che ha illustrato, ad una platea disattenta, l’analisi della realtà di riferimento e le energie disponibili ad essere messe in campo.

Ieri sera al teatro Diana, al momento dedicato all’incontro con gli attori prima della rappresentazione, la presenza delle signore è risultata sicuramente più incisiva nel numero e nelle parole, rispetto a quella esigua riscontrata per ascoltare e discutere di politica.

L’impressione è quella che vede, sul nostro territorio, ancora una netta distinzione tra ciò che attiene all’ambito femminile e a quello maschile.

Si assiste ad una finta emancipazione che si limita ad aspetti marginali del vivere quotidiano, e che si esaurisce nelle “quote rosa”, ma che non corrisponde ad un’effettiva consapevolezza e desiderio di competenza.

Il dato sembra contrapporsi negativamente alla tendenza nazionale che vede l’attiva partecipazione delle donne negli ambiti più disparati.

Anche una giornalista come Lilli Gruber nel suo ultimo libro, “BASTA! Il potere delle donne contro la politica del testosterone”, esorta l’universo femminile ad essere parte attiva di un cambiamento imminente e proficuo.

Le donne devono sostenersi di più, decidere di esprimersi su temi che oltrepassino quelle che un tempo si definivano “chiacchiere da salotto” e che separavano i gruppi maschili da quelli femminili come avviene nel periodo dell’infanzia.

La collettività tutta, femminile e maschile, deve puntare lo sguardo ad una società in cui tutti i membri siano capaci di offrire un contributo che si leghi alle capacità personali più che di genere.

Insegniamo questo ai nostri figli.

 

 

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