Una delle voci più note e celebrate della poesia e della narrativa del Regno Unito. Un’opera potente e insieme intima, che fonde in maniera magistrale prosa e poesia, essay e memoir. Una riflessione intensa e poetica sull’amore e le sue possibilità, un inno alla natura selvaggia e libera presente in tutti gli uomini. L’autore trae spunto dai ricordi del passato per addentrarsi in una serie di digressioni filosofiche sull’amore e sulla società. La sua fonte di ispirazione sono le figure femminili che l’hanno affascinato, a volte quasi stregato, da bambino e da giovane: donne misteriose e inafferrabili che non ha mai dimenticato. Una cugina che ascolta un disco di Nina Simone, una sconosciuta che in un caffè si gira verso di lui e gli canta una canzone, un’amica incontrata in un ospedale psichiatrico che balla davanti a lui in sala da pranzo, e infine Christina, la sua vera ossessione, una ragazza di cui si era innamorato follemente in gioventù ma che ha rifiutato senza mai spiegarsi perché. L’amore, riflette Burnside, altro non è che una forma di adattamento alla società, una trappola nella quale si cade semplicemente per aderire ai modelli proposti. Tuttavia, nell’uomo esiste uno spirito diverso, che non si adatta, una sorta di follia: una parte di noi, selvaggia e libera, vive e si ribella alle leggi convenzionali della realtà. Ma come si coniuga questa forza primordiale con la necessità di essere accettati dal mondo?