Torquato e Lanzetta: ripartire da una stretta di mano

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Che la guerra è bella anche se fa male, Che torneremo ancora a cantare. De Gregori oppure il classico: dai politici amici mi guardi Dio che dai politici nemici mi guardo io. Alle 18,20 di un consiglio comunale nato in sordina, col numero legale inizialmente centrato di poco, succede l’impensabile. In altri pezzi spiegheremo il senso, ma è stato un colpo di teatro vero. Manlio Torquato si alza dalla postazione da sindaco e sorprende tutti: consiglieri, assessori, dirigenti comunali, presenti, giornalisti, fotografi e operatori. Con passo sicuro va dalla consigliera d’opposizione Tonia Lanzetta e gli stringe la mano, in parte con quella forza che il papà Fulvio osava e usava con tutte le persone perbene che gli capitavano a tiro. Tonia dirà dopo: “Faccio politica da quando avevo 14 anni, prima con l’Msi e poi con Alleanza Nazionale. Mi hanno sempre insegnato che in politica non esistono i nemici ma gli avversari”. Togliatti però la pensava diversamente e a Nenni rimproverava: tu non sai odiare, in politica c’è bisogno anche di odiare”. Per chi conosce Manlio e Tonia, al di là delle ideologie e dalla nota rottura consumata tra sindaco al primo mandato e assessora dell’epoca, il gesto non sorprende tantissimo. Chi l’ha fatto e chi l’ha ricevuto sono persone di levatura morale e politica ben al di sopra della media. Questo non vuol dire amore a seconda vista. Tonia, mi scuso per la familiarità, ha detto anche “distinti e distanti ma sui contenuti”. Manlio non sarà il prossimo sindaco di Nocera, non potrà esserlo. Ma una successione del genere, se a vincere fosse una determinata area politica, magari non gli dispiacerebbe (mi scuso anche con lui con la familiarità). Il futuro, però, non si ipoteca, come sottolineato da qualcuno in aula. Il futuro è un sogno, al massimo diventa ipotesi.

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