Terzigno, il Museo può diventare una svolta

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Con l’ apertura del Museo Archeologico l’Amministrazione Comunale di Terzigno, il sindaco Francesco Ranieri, l’assessore alla Cultura Genny  Falciano, i cittadini tutti che hanno creduto nel progetto fanno sì che si avveri la profezia del Gregorovius e di Mario Napoli, una profezia condivisa anche da importanti studiosi contemporanei: “.. un giorno anche gli scettici vedranno che nel 79 d.C. tra Pompei e Nola non c’erano selve disabitate, ma le ville, le officine, le case e le strade di un sistema urbano vasto, organico, ricco.”. Nel 1989 la dott.ssa Caterina Cicirelli scriveva che i bracciali, la catenina, il girocollo di smeraldi, la collana e le argenterie trovati nelle “ville” romane di Terzigno “sono pezzi di fattura così pregevole da richiamare alla mente i tesori della casa del Menandro e della villa “della Pisanella””. In quelle ville abitavano famiglie importanti: lo dimostrano le monete d’argento e la forma particolare dei pesi da telaio in piombo. La presenza costante dei proprietari , le misure della cella vinaria della “villa 1” e le strutture della “villa 2” danno la certezza che “il sito costituiva molto probabilmente uno dei maggiori centri di produzione del “Vesvinum vinum””. Le attrezzature trovate negli scavi dimostrano anche che nel “sito” si allevavano animali, si seminavano legumi, e, soprattutto, si coltivava intensamente l’olivo: “lo diciamo per mettere in pace l’ intelletto di chi continua a pensare che il Vesuvio non abbia mai prodotto olio. Nelle anfore di Pompei sono stati trovati resti non solo di olio, ma anche di olive bianche e di olive snocciolate”.

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