Un atto di forza per far sentire la propria voce. E questo perché, a Pasqua, la Telis ha licenziato i suoi lavoratori, mandando purtroppo 57 famiglie in mezzo alla strada.
È stata una Pasqua difficile quella per i lavoratori della Telis, che proprio a ridosso di queste feste appena trascorse si sono visti recapitare a casa le lettere con preavviso di licenziamento inviate dalla curatela fallimentare. 57 famiglie finiranno a breve in mezzo ad una strada senza possibilità di appello, in un momento in cui tutto sembrava invece volgere verso tutt’altra direzione. Diversi erano stati gli imprenditori, così come raccontato dai lavoratori stessi, intenzionati a far ripartire il gruppo aziendale paganese, ma qualcosa dal Ministero si è bloccato. E nella disperazione, dagli ex dipendenti stamattina l’atto di forza: occupare il Comune per attirare l’attenzione di chi, fino ad oggi, della vicenda non si è interessato come avrebbe dovuto. I lavoratori si sono presentati al Comune dove, intorno a mezzogiorno, sono stati ricevuti dal primo cittadino Salvatore Bottone. Qualche attimo di tensione si è registrato all’arrivo dei carabinieri: “non abbiamo intenzione di litigare – le rassicurazioni dei dipendenti ai militari – chiediamo solo aiuto perché ci sono famiglie che stanno andando letteralmente in mezzo ad una strada”.
“Saremo tutti licenziati con decorrenza 6 luglio 2016 – ha detto preoccupato Paolo Coppa ai nostri microfoni, uno dei lavoratori presenti stamattina al Comune – dopo svariate vicissitudini oggi siamo costretti a fare un atto di forza come questo per convogliare l’attenzione di tutte le istituzioni preposte sia nazionali che locali. Infatti, nonostante l’incontro del 17 febbraio presso il Mise abbia avvalorato la concreta possibilità di recupero dei posti di lavoro, tale certezza è stata messa in discussione dall’arrivo inaspettato (risalente a qualche giorno fa), delle lettere di preavviso di licenziamento. Nonostante l’interesse da parte di numerosi imprenditori sia italiani che esteri alla produzione locale, nessun impegno fattivo delle istituzioni si rileva ad oggi con grave compromissione della possibilità di recupero dei posti di lavoro”. Attacchi durissimi anche nei confronti delle componenti politiche che, dopo un iniziale interessamento, si sono progressivamente allontanate. “Su costoro ricadrà la vergogna di aver disatteso i propri impegni – hanno detto i lavoratori – venendo meno alla parola data nonché la responsabilità politica e sociale in caso di chiusura dell’azienda. Chi si è interessato poco di questa azienda, in realtà, ne sta decretando la fine”.
“Ho sollecitato la Regione Campania affinché potesse dare una risposta seria e concreta a questi lavoratori attraverso un consiglio regionale apposito – ha risposto il sindaco Salvatore Bottone – sperando in un incontro a breve con gli assessori Palmeri e Lepore. Loro devono incidere sul Ministero perché le rassicurazioni devono venire da lì. Gli accordi prevedevano che la commessa con l’Enel tornasse allo stabilimento di Pagani, e questo grazie ad un gruppo di imprenditori che dovevano subentrare alla Telis. Il problema è nel interfaccia tra Ministero ed Enel, ed è lì che bisogna insistere anche come parte politica. Quanto a noi – ci ha detto in conclusione Bottone – Noi stiamo mettendo in campo tutte le azioni che l’amministrazione può fare nell’interesse di questi lavoratori”.