Storia di una Rivoluzione: il 1799 a Napoli di Ciro Raia

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Nell’ambito dello Stabia Teatro Festival 2019, ieri sera, nel Salone Viviani a Castellammare di Stabia, si è tenuta la presentazione del libro Storia di una Rivoluzione: il 1799 a Napoli di Ciro Raia. L’evento, a cura dell’Associazione Trame d’Autore, è cominciato con i saluti di Carmen Matarazzo, responsabile della parte letteraria del Festival e presidente dell’Associazione Achille Basile Le Ali della Lettura, e di Luca Nasuto, drammaturgo e poeta, responsabile e ideatore dello Stabia Teatro Festival.
Presenti alla serata la coppia stabiese Rosalba Spagnuolo e Francesco Cesarano, un duo d’eccezione della canzone antica napoletana per i brani musicali, Carlo Alfaro per le letture del testo, Filomena Baratto e Ciro Daino per la parte letteraria.
Il libro, Guida Editori, è il racconto dei fatti alla vigilia dell’avvento dei Francesi nel regno di Napoli che l’apporto di un governo repubblicano provvisorio di appena sei mesi, 144 giorni in tutto. E’ uno spaccato di storia del nostro territorio che ebbe vasta eco a livello nazionale e internazionale. La prima volta in cui  la Rivoluzione Napoletana del 1799 è presentata in modo completo in un testo come non se n’era mai parlato prima. Nel testo si ripercorrono fedelmente gli accadimenti storici, mettendo in risalto aspetti tattici, politici, economici, sociali in cui versava Napoli al momento dei fatti. Ciro Daino ha aperto la serata, dopo il Canto dei Sanfedisti e i versi letti da Carlo Alfaro, con una considerazione politica in rapida successione per dare le coordinate spazio temporali dell’evento. Subito dopo la lettura di un passo tratto dal capitolo su Eleonora Pimentel Fonseca, una delle eroine della Rivoluzione, “donna ammirata per il suo carisma, la sua prepotente personalità e profonda cultura”. A seguire l’intervento di Filomena Baratto che  ha messo in luce le cause esterne alla Rivoluzione, le differenze con quella francese e le motivazioni per cui si tende a definire “passiva” la Rivoluzione napoletana, così come la definì Vincenzo Cuoco nel suo Saggio storico sulla Rivoluzione Napoletana. Da qui, poi, giungendo alla conclusione che la Rivoluzione Napoletana non è stato un errore o un fallimento, ma al di là delle vicende personali degli intellettuali che furono tutti giustiziati dal vendicativo Ferdinando IV, i patrioti ottennero i risultati della loro battaglia nel successivo decennio francese, quando furono attuate tutte quelle riforme per le quali avevano combattuto. D’altra parte in quel contesto internazionale i napoletani avevano l’urgenza di decidere se sottostare all’influenza economica e politica degli austriaci o degli inglesi oppure, come in questo caso, cominciare un processo di democratizzazione con l’aiuto dei francesi. L’autore ha concluso la serata apportando il suo prezioso contributo con una panoramica sugli aspetti più dettagliati della storia, insistendo sull’importanza della Rivoluzione, sulla presenza femminile in questa storia e sull’eversione della feudalità, la vera conquista della Rivoluzione. La serata è stata di grande interesse e approfondimento per un periodo storico quasi scomparso dai libri di testo e dai programmi così come le ore da dedicare a questa materia. L’autore ha sottolineato che la storia non sempre è “magistra vitae” e non serve a rievocare fatti come un insieme di eventi, ma “la memoria del passato deve essere per ogni uomo che non odia la patria e se stesso il più forte stimolo per amare il presente”, così come afferma Vincenzo Cuoco. La serata si è conclusa con la splendida voce di Rosalba Spagnuolo accompagnata da Francesco Cesarano nella canzone Mummare e mummarelle. 

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