Una telefonata al 112 per richiedere aiuto, quella di un anziano signore, residente nel centro di Salerno che si è visto costretto a chiamare la polizia di Stato.
La pattuglia intervenuta all’indirizzo indicato si è trovata davanti un uomo in condizioni di salute stabili, che non necessitava dell’intervento del medico quanto di quello del portafoglio.
L’uomo appena si è trovato di fronte i poliziotti ha detto: “sono vecchio, abbandonato e affamato, aiutatemi”.
Gli agenti hanno provveduto immediatamente ad acquistare generi di prima necessità per poi donarli al signore in difficoltà.
Le segnalazioni di situazioni di disagio potranno essere segnalate all’utenza 112, questo è quanto riferisce la Polizia.
Di anziani soli e in difficoltà, quanti ce ne sono? E cosa vuol dire non essere più giovani e vivere in società dove si richiede la massima efficienza? E ora che c’è il Coronavirus, come affrontare la situazione?
Gli anziani negli anni sono molto cambiati: più aperti e disponibili ad incontrarsi, imparare, socializzare, mettersi alla prova.
Ma ci sono anche quelli che vivono l’andare avanti degli anni come la perdita di qualcosa di irrecuperabile e tendono ad isolarsi, perché lo sguardo che li accompagna è stretto dalla commiserazione.
Il welfare ha ancora molto da fare, considerando che la popolazione del nostro Paese è sempre più grande e numerosa.
Colpisce il fatto che in una situazione come quella attuale, nella quale nessuno aprirebbe la porta a chicchessia per evitare qualsiasi contatto, un signore salernitano in grave difficoltà e isolato per motivazioni lontane dalla sua volontà, non tema di essere contagiato da un virus, e richieda con forza il contatto umano per cercare un supporto, sì economico, ma anche emotivo.