Si cura la cefalea con l’eroina, il giudice lo proscioglie

Fu fermato a Cava de' Tirreni con in una tasca diversi cilindretti di plastica al cui interno era custodita la droga

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Fu beccato con 16 dosi di eroina, ma quando è andato davanti al giudice, ha ottenuto una sentenza di proscioglimento. Con la droga, infatti, si stava curando una cefalea che lo tormentava da tempo. Il protagonista è un ristoratore 50enne di Cava de’ Tirreni, finito nel mirino dei carabinieri un paio d’anni fa. L’uomo fu notato con atteggiamento “sospetto”, mentre usciva da una strada periferica del centro cavese. Era diretto verso una palazzina, distante poche centinaia di metri, per poi attendere qualcuno presso il portone d’ingresso. Insospettiti, i militari decisero di identificarlo e perquisirlo, scoprendo in una tasca diversi cilindretti di plastica al cui interno era custodita dell’eroina. Le analisi di laboratorio determinarono un principio attivo elevato in quelle dosi, tali da configurare l’ipotesi che quella sostanza fosse pronta per essere spacciata. Il 50enne si giustificò subito, spiegando che quella “roba” serviva a lenire una “cefalea a grappolo” da cui era affetto. Un dolore intenso e duraturo, che non gli dava tregua. I carabinieri non gli credettero e lo arrestarono

Le cose cambiarono una volta davanti al gip, che non convalidò quell’arresto, ritenendo fondata la spiegazione fornita in prima battuta dal 50enne. Con la chiusura delle indagini, la procura decise per il rinvio a giudizio. Ma anche questa volta, di fronte ad un nuovo gup, la storia si è chiusa con un proscioglimento. Le intenzioni di quell’uomo non erano di spacciare, ma solo di curarsi un mal di testa che non gli dava tregua. Un metodo poco ortodosso, che gli ha evitato un processo

Nicola Sorrentino

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