Scafati, rifiuti: cassonetti, o non cassonetti, questo è il dilemma. Le prime reazioni

52
Advertisement

Scafati. E’ intenzione dell’Amministrazione Salvati reintrodurre sul territorio comunale i cassonetti per la raccolta dei rifiuti.
Così come non è andata a buon fine l’iniziativa dell’Eco-baratto, anche la proposta dell’assessore Arpaia, di avvalersi del lavoro delle guardie ambientali del WWF Italia, non ha avuto esiti positivi. Dopo circa due mesi dall’annuncio della “soluzione” trovata, non soltanto non ci sono le guardie ambientali ma in città nascono come funghi le discariche abusive. La faccenda “monnezza” è diventato oramai un virus difficile da debellare, così si prova con un’altra, nuova ma vecchia, “ricetta”: i cassonetti.

Una scelta che se fossimo a inizio secolo (scorso) sarebbe del tutto innovativa“, commenta Michele Grimaldi, “ma che segnala invece nel 2020 un pericoloso regresso organizzativo e culturale: dall’idea dei rifiuti zero al ripristino dello strumento per eccellenza per aumentare la frazione indifferenziata.
Non essendo in condizione, dunque, di sensibilizzare la comunità e di predisporre adeguati controlli sulla raccolta differenziata, scelgono di fatto di abolirla“.

Sull’argomento interviene anche l’architetto Sergio Catalano, promotore di tante iniziative di volontariato, fondatore di associazioni e movimenti come “Laboratorio Vitrare”, che spiega: “Certamente quella del conferimento di prossimità (in cassonetti intelligenti o meno) non é affatto la strada giusta da percorrere.
Al di lá di misure incentivanti che tali cassonetti potrebbero consentire (per chi differenzia correttamente), per il nostro contesto culturale e comportamentale, il loro posizionamento in un qualsivoglia luogo del centro urbano o della periferia, configurerebbe inevitabilmente un punto di discarica di riferimento. E quantunque si installassero telecamere per sorvegliarli, il fenomeno dello sversamento abusivo continuerebbe in altri punti.

La soluzione al problema delle discariche abusive di rifiuti sta piuttosto in altri provvedimenti, come per esempio campagne costanti di sensibilizzazione/educazione ed informazione sul corretto conferimento condotte con metodo capillare “porta a porta” e coinvolgendo le scuole del territorio.

Una tariffazione puntuale ed incentivante per ogni singola utenza attraverso la fornitura di bidoni per ogni frazione ( …se si trovano risorse dotati di chip personalizzante) sarebbe inoltre certamente determinante per eliminare finalmente i vergognosi sacchetti sui marciapiedi.

Insomma, invece di disperdersi in idee “geniali” di qualche aspirante specialista del settore, è necessario lavorare per migliorare il servizio porta a porta prendendo spunto da esperienze molto positive di realtà a noi anche molto vicine.
La raccolta “porta a porta” é l’unico sistema, ormai collaudato in ogni parte d’Italia, per realizzare le percentuali di differenziata che dovremo raggiungere.

La nostra Amministrazione dovrà comprendere che l’alta differenziazione dei rifiuti può rappresentare per l’Ente Comunale un vero “business sociale” dal momento che gli introiti provenienti dalla valorizzazione dei rifiuti differenziati, potranno consentire nuove assunzioni per migliorare il servizio e finanziare le campagne educative indispensabili per innescare comportamenti virtuosi dei cittadini, incoraggiandoli a prendersi cura degli spazi comuni e migliorarne le condizioni di decoro.

Spero che i nostri Amministratori affrontino con maggiore approfondimento l’argomento senza cedere al fascino di strumenti solo apparentemente risolutivi e che rischiano invece di diventare un inutile spreco di risorse.”

Advertisement