Scafati. La morte di Lello Granata, cinque ore in barella tra codice giallo e shock room

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La morte di Raffaele Granata sarà più chiara solo dopo i risultati dell’esame autoptico. Il sostituto procuratore Mafalda Cioncada potrebbe conferire l’incarico già questa mattina, con la nomina del medico legale. E con la probabile iscrizione nel registro degli indagati di chi – materialmente – avrebbe avuto a che fare con il 37enne di Scafati. Sono circa cinque le ore attenzionate dalla magistratura, durante le quali il giovane è passato dal pronto soccorso – adagiato su di una barella per i primi accertamenti – per poi concludere drammaticamente la sua vita nella shock room. Il suo accesso in pronto soccorso, all’Umberto I di Nocera Inferiore, è stato registrato come codice giallo. In un primo momento, avrebbe lamentato un dolore alla schiena, ma non tale da preoccupare il personale medico. Avrebbe inoltre riferito sul suo problema ad urinare, per poi eseguire due tracciati dai quali non sono tuttavia fuoriuscite complicanze cardiache.

Terminati gli accertamenti, è rimasto su di una barella, nella preoccupazione totale della famiglia. Quest’ultima ha sporto denuncia ai carabinieri, lamentando uno stato di abbandono nei riguardi del proprio figlio, unito ad un’assistenza del tutto superficiale da parte del personale medico. Su quel lettino ci sarebbe rimasto diverse ore. In sostanza – stando a quanto riferito ai carabinieri –  il giovane sarebbe stato “ignorato” anche quando le sue condizioni sarebbero cominciate a peggiorare. Un’insufficienza renale ha permesso il suo trasferimento nella “sala rossa”, dove ha esalato l’ultimo respiro, a causa di un arresto cardiaco. Tutto è ancora da chiarire. La rabbia di parenti e amici ha fatto il resto, con l’assistenza del pronto soccorso dell’Umberto I finita nuovamente nel mirino della magistratura. E con la vita di un giovane, terminata a soli 37 anni.   

Nicola Sorrentino

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