Scafati – Applicazione del “Decreto Spesa”: tra il dire e il fare…

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La spesa massimo due volte a settimana. E’ il “decreto” che ha scatenato polemiche appena dopo la divulgazione. Non tanto in quanto alla decisione in se, ma rispetto all’applicazione che ha assunto contorni grotteschi. In molti si sono posti la fatidica domanda: ma come faranno a controllare chi, quante volte e dove farà la spesa?

In teoria dovrebbe essere così. Vigili urbani, addetti, organi di controllo o chicchessia all’esterno di ogni tipologia di esercizio: supermercato, market, minimarket, salumeria, fornai del territorio scafatese per rilevare tutti i nominativi della gente che entra dall’orario di apertura alla chiusura. Non solo, ma i nominativi segnalati dovranno essere comunicati in un unico database per evitare che nella stessa giornata si possa fare la spesa in un supermercato, poi farne un’altra in una salumeria. All’atto pratico è facile capire che si tratta di una “missione impossibile”, innanzitutto per le condizioni attuali dell’organico del corpo di polizia municipale, ma in generale di tutti gli organi addetti al servizio d’ordine.

Dunque a fare chiarezza è lo stesso sindaco, che aggiusta il tiro – “Sarà comunque un deterrente per i cittadini. Chiarisco che per i negozi si tratta di una raccomandazione e non di un’ordinanza” – questo quanto detto da noi contattato. Dunque, quello che è stato presentato come “decreto” (dall’effetto imperativo) si riduce quasi ad una sorta di raccomandazione. Insomma un invito ai cittadini e la comunità al proprio senso di responsabilità civica.

Difetti di forma a parte, che comunque non è cosa da poco, i cittadini dovranno rispettare chiaramente la decisione. Saranno rafforzati i controlli ed applicata tutta la procedura che prevede l’autocertificazione e in caso di riscontrata trasgressione, una sanzione da 400 a 3.000 euro.

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