Sant’Egidio, resta in carcere il presunto “bombarolo”

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Resta in carcere Gennaro Alfano, il 45enne di Angri sospettato di essere colui che avrebbe materialmente fatto esplodere uno dei due ordigni a ridosso di due attività commerciali, a Sant’Egidio. L’’uomo si è difeso ieri, dinanzi al gip Gustavo Danise, sostenendo di non essere lui la persona ricercata dai carabinieri. Il 45enne, difeso dall’avvocato Rosario Fiore, era stato arrestato giorni fa, a circa 800 metri da un’attività commerciale già destinataria di una bomba carta tempo addietro. Alfano aveva con se un petardo, non esploso per caso. La fuga alla vista dei carabinieri era stata vana, con i militari della tenenza a bloccarlo dopo poco. Oltre che di detenzione di ordigni esplosivi, Alfano risponde anche di detenzione ai fini di spaccio. Con una perquisizione, i carabinieri gli avevano trovato un panetto di hashish nell’auto. I due episodi attenzionati dagli inquirenti risalivano al 7 febbraio e al 25 aprile scorso. A febbraio era esplosa una bomba carta nei pressi di una rivendita di materiale elettronico, ubicata lungo la strada statale. L’ordigno aveva danneggiato visibilmente la saracinesca e l’area d’ingresso del locale. I danni stimati furono di diverse migliaia di euro. Dopo circa un mese, fu la volta di un grosso negozio d’abbigliamento. Anche allora i danni non furono esigui. L’attività investigativa dei carabinieri prosegue per ricostruire al dettaglio i due episodi, oltre al ruolo dell’uomo e a i motivi che lo avrebbero – ipotesi – spinto a commettere almeno uno dei due attentati.

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