Sant’Egidio: la comunità sconvolta da due lutti e la necessità di riflettere

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Tra i 17 anni di un ragazzo e i 55 di un adulto passa l’infinito, vite corte o lunghe, ora troncate. Il sabato della tragedia, con appendice domenicale. Sant’Egidio del Monte Albino, al centro e nelle frazioni, si ritrova colpita a morte, privata di affetti o amici cari, con le lacrime che non bastano più a dare la sensazione di dolore, di perdita, di pugnalata al cuore.

Un operaio che si toglie la vita in modo drammatico (il nostro articolo QUI). Un ragazzino che voleva vivere e gioire ma muore in un assurdo incidente (la ricostruzione della vicenda e le foto QUI). Vite e famiglie spezzate.

Bene farebbe il sindaco a proclamare un simbolico ma sentito lutto cittadino. Mentre tutta la comunità dovrebbe approfondire qualche riflessione sul disagio, quello degli adulti che perdono riferimenti ma anche quello dei ragazzini, delle famiglie a rischio o che non riescono vigilare. La tragedia è grande, duplice, inconsolabile. Bisogna guardare avanti, senza dimenticare, con lacrime e ricordi ma anche con la forza di continuare a vivere, con la fede per chi ce l’ha. Continuare a vivere, magari un po’ meglio.

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