Salerno, il buon anno dell’Arcivescovo Bellandi agli studenti

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Carissimi studenti,
Desidero salutare, all’inizio del nuovo anno scolastico, ognuno di voi, insieme ai vostri insegnanti, dirigenti e membri del personale non docente che, a vario titolo, sono implicati nel vasto mondo della scuola.
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”: così annotava il grande poeta Cesare Pavese nel suo Diario. E questo è proprio vero! Iniziando ogni attività – e, anche per chi studia o lavora da tanti anni, il mese di Settembre rappresenta sempre un nuovo “inizio” dopo la pausa dell’estate – c’è sempre nascosta nel cuore un’attesa, un desiderio, una speranza: che accada qualcosa che porti con sé una novità bella, significativa, gioiosa per la vita. Nuove conoscenze, nuovi rapporti, nuove esperienze che diano senso e colore alla nostra esistenza, vincendo la monotonia del già saputo. Anche per me questo Settembre rappresenta, per così dire, un nuovo inizio, perché solo da due mesi papa Francesco mi ha nominato Vescovo della vostra Chiesa, cioè la persona che testimonia e ricorda come la fede cristiana è legata ad un altro “inizio”, quello dell’amicizia di Gesù con gli apostoli: il Vescovo, infatti, in ogni Chiesa è il successore dei primi apostoli. E anch’io, come voi, sono pieno di attesa e speranza che questa nuova esperienza possa recarmi nuove amicizie, rapporti, incontri che arricchiscano e diano gioia alla mia vita, crescendo nell’amicizia con Gesù vissuta all’interno della sua famiglia che è la Chiesa. Ritornando a voi che studiate e lavorate nella realtà scolastica, mi permetto di augurarvi quello che papa Francesco auspicava in un discorso rivolto al mondo della scuola cinque anni fa:
1. Che l’andare a scuola significhi aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti e delle sue dimensioni. La scuola, infatti, ci insegna a capire la realtà.

2. Che la scuola sia un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli
insegnanti; si incontra il personale assistente; i genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme.

3. Che lo studio possa sviluppare in noi il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline!

4. Infine, che possiamo, nella scuola, non solo imparare conoscenze e contenuti, ma anche
abitudini e valori. I primi, senza i secondi, forniscono nozioni ma non educano veramente ad essere persone in grado di stare nella realtà in modo veramente umano.
Concludendo questo mio breve saluto e sperando che ci siano presto occasioni per incontrarci personalmente, vi auguro quindi un “buon inizio” di anno scolastico e ogni bene a voi e alle vostre
famiglie.
Di cuore, vi benedico

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