Salerno, aveva un tumore ma la diagnosi fu errata: risarcita la famiglia

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Non le fu diagnosticata una neoplasia ai polmoni durante il suo ricovero al “Ruggi”.Che la condusse alla morte. Ora, per quella diagnosi mancata l’azienda “Ruggi” – insieme al medico imputato – dovrà risarcire la figlia della paziente. Una transazione, dunque, deliberata ad inizio mese dal direttore generale, sulla scorta di un parere rilasciato dall’apposita commissione interna. Una riparazione che arriva a undici anni dai fatti e a sette dall’avvio del processo in sede civile, promosso dalla figlia della donna deceduta.

I fatti, oggetto della causa, risalgono al 28 giugno del 2007 quando la paziente fu ricoverata al “Ruggi”. Fu sottoposta ad una serie di accertamenti che non rilevarono la presenza di una neoplasia che le risultò poi fatale. Nel marzo del 2011 la figlia della paziente citò in giudizio in sede civile l’Azienda ospedaliera per ottenere il risarcimento dei danni. La consulenza disposta dal giudice riportò queste conclusioni: «il ritardo diagnostico per come descritto ha comportato una evoluzione peggiorativa di una neoplasia maligna. Le rimarcate omissioni nel ricovero del 28 giugno 2007 hanno determinato un ritardo per condotta imperita, imprudente e negligente della struttura sanitaria e dello specialista radiologo nel raggiungimento del corretto inquadramento diagnostico della patologia neoplastica polmonare in essere, sì da far perdere alla paziente quelle chance di maggiore sopravvivenza».

Nel corso del procedimento la figlia della donna, attraverso i suoi legali, ha proposto ai vertici del “Ruggi” di addivenire ad un bonario componimento della controversia, avanzando una richiesta di 75mila euro. Da qui la delibera, dopo valutazione di un’apposita commissione, firmata dal manager dell’Azienda: il “Ruggi” per chiudere in maniera bonaria la controversia verserà per suo conto 22.500 euro a titolo di risarcimento del danno, oltre alle relative spese.

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