Riforma del terzo settore. Ecco come sarà il nuovo servizio civile “universale”

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Il servizio civile diventa universale, ovvero «punta ad accogliere tutte le richieste di partecipazione da parte dei giovani che, per scelta volontaria, intendono fare un’esperienza di grande valore formativo e civile, in grado anche di dare loro competenze utili a migliorare la loro occupabilità». Con queste parole ieri il ministro del Lavoro Giorgio Poletti ha spiegato il contenuto del decreto legislativo approvato in esame preliminare dal Consiglio dei ministri.

Il decreto sul servizio civile chiarisce una volta per tutte la possibilità di partecipazione ai programmi anche per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia e introduce la flessibilità: la durata del periodo di volontariato potrà variare tra gli otto e i dodici mesi in base alle esigenze di vita e di lavoro dei giovani ed è inoltre prevista la possibilità di definire criteri per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dai giovani durante il periodo di servizio.

Ma la principale novità sta nel fatto che nel servizio civile rientreranno
attività o nei settori dell’assistenza, della protezione civile, del patrimonio ambientale e della riqualificazione urbana, del patrimonio storico, artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale e dello sport, dell’agricoltura in zona di montagna e sociale, della biodiversità, della promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata, della promozione e tutela dei diritti umani, della cooperazione allo sviluppo, della promozione della cultura italiana all’estero e del sostegno alle comunità di italiani all’estero. Si aplia quindi l’offerta di attività di volontariato retribuite a cui possono partecipare i giovani dai 18 ai 29 anni (non ancora compiuti).

da “Il Sole 24Ore”

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