Relazione DIA, attenzione puntate sulle nuove leve

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La camorra guarda agli affari della pubblica amministrazione. Gli appalti sono il piatto succulento sul quale si stanno fiondando le “famiglie” egemoni nel panorama delinquenziale del Salernitano. Ma anche la partita dei servizi, come quelli dei rifiuti che risultano i più esposti. Sempre più amministrazioni pubbliche risultano coinvolte o solo toccate da inchieste della Distrettuale antimafia. In aumento anche il reato di corruzione, a più livelli istituzionali. Sul fronte delle alleanze extra-provinciali – si legge nella relazione annuale della Divisione investigativa – prende forma l’asse con le ‘ndrine calabresi, in particolare per il traffico di sostanze stupefacenti, che è anche il prioritario canale di finanziamento ed arricchimento. Il Vallo di Diano, in primis, e la Piana del Sele hanno aperto anche questo canale di approvvigionamento, in alternativa a quello consolidato con i clan dell’hinterland Napoletano.Ma accanto agli affari illeciti tradizionali si registrano sempre più incisive tecniche di penetrazione nel tessuto socio economico, politico ed imprenditoriale locale, in modo da controllare alcuni settori nevralgici dell’economia come la costruzione di opere pubbliche, forniture e gestione di servizi sia per l’ambiente ma anche per altre attività. Tutto ciò con una peculiarità: i clan di maggiore spessore hanno imparato a far meno «rumore».

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