Ravenna – Nonna Anna e il reddito di cittadinanza.

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In un Paese dove il reddito di cittadinanza, come emerge dalle cronache di quasi tutti i giorni, lo percepiscono i “furbetti del fisco” tramite separazioni fittizie e lavori non dichiarati se non addirittura illeciti, l’esempio di questa nonnina,  Anna Benericetti, 113 anni compiuti il 22 marzo, dovrebbe essere un esempio per tutti gli italiani.

Nonna Anna nasce a Brisighella in Provincia di Ravenna il 22 marzo 1906 nella piena età giolittiana quando la lire faceva aggio sull’oro. Si sposa molto giovane con Antonio Cimatti.
Una vita passata all’insegna della sobrietà e della salute, mai una sigaretta in bocca, pasti leggeri accompagnati da un solo bicchiere di vino, l’hanno portata a trascorrere i decenni senza una seria patologia. La donna ha vissuto due guerre mondiali, visto dieci papi e messo al mondo tre figli che le hanno dato otto nipoti e 14 pronipoti.
Nel 1946 è stata una delle poche donne a votare per il Referendum costituzionale della Repubblica italiana. Da 50 anni si è trasferita a Forlì dove vive a casa della figlia Marta.
Nella sua lunga vita, prima di ritirarsi in pensione, ha lavorato come contadina, ma si è soprattutto dedicata alla sua bella e numerosa famiglia. La donna vive con una pensione molto bassa che le consente comunque una vita sobria ma dignitosa.
Nonostante sia titolare di pensione di invalidità – che, come noto, non fa reddito – avrebbe i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza. Per ottenere il reddito di cittadinanza – come rende noto l’Associazione Giustitalia che si occupa gratuitamente della tutela giuridica degli anziani – ci sono dei requisiti di legge : non bisogna avere un reddito “familiare” superiore a 9.360,00 euro annui, non bisogna avere un patrimonio immobiliare (ad eccezione della prima casa) superiore a 30 mila euro, ed altri requisiti di minore importanza. La signora Anna non ha beni di proprietà e vive a casa con la figlia Marta ed ha un “reddito pensionistico” al di sotto della soglia che le consentirebbe, con le dovute detrazioni fiscali di legge, di percepire il reddito. Ma l’anziana donna ha rinunciato al reddito di cittadinanza pur avendone i requisiti formali per lasciare spazio a chi ne ha più bisogno di lei e “perché – fa sapere tramite la figlia Marta – i servizi offerti dal Comune di Forlì sono adeguati alle esigenze degli anziani”. Ma c’è di più. La donna fu “dichiarata morta” da un articolo pubblicato su “Il Giornale” il 26 luglio 2019 ma fa sapere tramite l’Associazione che la famiglia intende rinunciare a qualsiasi richiesta risarcitoria perchè – dicono – “di sbagliare capita a tutti”. Un vero esempio di onestà e generosità.

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