Quel che il virus rischia di uccidere è l’utopia della Città dell’Agro

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Ognuno per conto suo, al massimo due assieme per questa o quella causa che momentaneamente unisce fatui interessi. Blocchi stradali in cemento per dividere i confini. Ordinanze prese in totale difformità con quelle regionali e nazionali, dai cognomi per la spesa ai distributori di sigarette, passando per gli orari e i giorni di apertura di attività commerciali. In un caso, un vuoto sempre più evidente di istituzioni vere o commissariate. In altri, il ricorso a una tipica rappresentazione di città medievale, con ponte levatoio, che protesta o rivendica le ragioni di questo o quell’ospedale, dell’averlo o del non averlo, del dire in ordine no, forse e sì solo quando si è costretti.

Prima del virus, c’erano stati diversi accenni all’utopia della Città dell’Agro, già chimeriche visioni in tempo di pace. Figurarsi in tempo di guerra, il contrario dei moschettieri, altro che uno per tutti e tutti per uno, qui è la corsa all’ognuno per uno, senza coordinamento, esternando con clamore, in qualche caso andando oltre.

Ovviamente ci sono eccezioni, le raccontiamo senza problemi. Strianese a San Valentino, che con gran senso di tutte le istituzioni cerca di tenere tutto e tutti assieme, da sindaco-presidente della Provincia ma idealmente anche da abitante della città è geograficamente localizzato come centro dell’Agro. Citiamo volentieri anche Pentangelo, sindaco di Corbara, estensione strana dell’Agro. Pentangelo mostra concretamente cosa significa soccorrere una comunità, assisterla nei minimi ma fondamentali bisogni quotidiani.

Il comportamento degli altri francamente esalta ancora di più il ruolo e la figura del sindaco di tutti, dello sceriffo-governatore De Luca. Potrà risultare simpatico o antipatico, potrà essere sfottuto e imitato, potrà essere votato di più o di meno. Ma quando parla e decide rappresenta realmente tutto il territorio campano, senza pensare al particolarismo che invece tanti sindaci mostrano in questi giorni, impauriti in parte, responsabilizzati in parte ma anche difensori strenui dell’orticello in parte.

Quando tutto sarà finito, magari spunterà nuovamente l’utopia, solo che sarà difficile se non impossibile sostenerne le tante buone ragioni che dovrebbero sorreggerla e incoraggiarla. Sarà difficile per il semplice fatto che alla prova Covid 19 non è stata manco preso in considerazione per cercare di disciplinare regole di base per territori simili e contigui, città attaccate l’una all’altra. Sono rispuntati alla grande i campanili, forse è l’indole nostrana di fondo ma di sicuro è miopia politica.

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