Quando si descrive la neve, si dovrebbe cominciare dalle risate dei bambini

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Neve, insegnami tu come cadere nelle notti che bruciano a nascondere ogni mio passo sbagliato e come sparire senza rumore scivolare nel corso degli anni e non pesare sul cuore degli altri ma non è semplice. Usiamo la poesia in musica di Giorgia per parlarvi ovviamente di neve. Sempre affascinante ma ormai non più fatto eccezionale, come nel ’56 a Roma o nell’85 da noi.E i bambini fanno festa, dal loro sorriso che guarda al mondo, per l’occasione bianco, si dovrebbe ripartire per il raggio di sole, che arriverà di sicuro. Ormai una volta all’anno o quasi vediamo la neve da vicino, anche a bassa quota. Si dice che il clima sia impazzito del tutto: siccità al nord, bianco-neve al sud. Le scuole per fortuna sono ancora chiuse e questo procura due vantaggi: l’assenza del toto allerta-medio e le strade meno trafficate. Il resto è mezzi spargisale sulle autostrade, raccomandazioni d’andar piano, soprattutto all’alba e di notte, su tutti i tipi di strada, ma anche interruzione forzata di una parte del calcio dilettantistico e rinvio di qualche manifestazione post natalizia già programmata. Ovviamente la parte del leone la fa il web, con scatti ovunque e i soliti selfie. Manca il pupazzo, senza il pupazzo, quasi non è neve.

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