Pompei. Il tesoro restituito

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Un buongiorno singolare, seppur abituale, per il Parco Archeologico di Pompei: un messaggio anonimo “Cinquanta anni fa ho asportato da un edificio questo frammento. Me ne vergogno e lo restituisco al proprietario. Scusate”.
Una denuncia social su Instagram del direttore generale ad interim della Soprintendenza, Massimo Osanna, che ha allegato alla foto la seguente didascalia: “A volte ritornano. Per posta, quasi settimanalmente”.

Un frammento di antefissa (Elemento decorativo che termina le testate delle tegole utilizzate per i tetti dei templi greci, etrusco-italici e romani. Il primo inventore sarebbe stato, secondo Plinio il Vecchio, Butade, vasaio di Sicione che lavorava a Corinto.

Le a. più antiche sono in genere di terracotta dipinta, ma non ne mancano in pietra o marmo. Tra i motivi decorativi più usati, palmette, fiori, leoni e figure mitologiche – da Enciclopedia Treccani), che ritrae il volto di una donna in terracotta – grande appena una decina di centimetri, datata nella seconda metà del I secolo dopo Cristo.

I parchi archeologici e il malocchio

  • Lo scorso ottobre una canadese inviò indietro un frammento rubato nel 2005 raccontando di aver vissuto anni drammatici a partire da quel giorno, con due interventi per cancro al seno e svariati problemi di natura finanziaria;
  • Qualche settimana fa un uomo dopo essersi confessato dal suo parroco, ha restituito una busta con più di 200 monete antiche che sono state consegnate personalmente al direttore Gabriel Zuchtriegel del Parco Archeologico di Paestum, nel Cilento in provincia di Salerno; Ahi noi, la lista continua…
  •  Un turista spagnolo aveva trafugato un pezzo di intonaco decorato da Pompei; lo ha restituito insieme ad una lettera nel quale descriveva quel furto come «foriero di disavventure e disgrazie familiari»;

  • Una signora inglese nel 2015 inviò un pezzo di mosaico rubato nella cittadina ai piedi del Vesuvio negli anni ‘70 dai suoi genitori: «Vi restituisco quanto prelevai indebitamente nel 1983 e che mi ha portato solo disgrazie»;
  • Una signora canadese in visita a Pompei durante il viaggio di nozze aveva portato via una statuina in terracotta: mentre i due stavano rientrando in patria, il neosposo morì d’infarto;
  • Un turista americano – tale J.T. – nel 2018 spedì un pacchetto al direttore del parco archeologico di Paestum. «Recentemente – si leggeva nella lettera di accompagnamento;

  • Ho visto un programma dedicato alle bellezze di Paestum e, preso da vecchie memorie, mi sono ricordato dell’esatto momento in cui, durante una visita guidata all’antica colonia greca, avevo sottratto con ignoranza importanti reperti. Un gesto che, negli anni, avevo dimenticato. Ho quindi deciso di restituirvi le pietre. Per favore, accettate le mie scuse per il mio comportamento spaventoso».

Attualmente, gli Scavi di Pompei sono dotati di circa 400 telecamere di videosorveglianza e vigilanza costante. A questo patrimonio rubato la Soprintendenza ha dovuto dedicare un lavoro di catalogazione tanto era vasta l’area dedicata ai reperti restituiti. Tempo fa ne nacque addirittura una mostra dal titolo «Quello che mi porto via da Pompei».  «Puoi far fessi i custodi, ma non la sfortuna. Lei ti raggiungerà ovunque».

Antonietta Della Femina

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