Pillole di storia – Accade oggi…Eccidio delle Fonderie Riunite di Modena

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«Affoga nel sangue il governo del 18 aprile», questo il titolo del quotidiano socialista “L’Avanti” all’indomani dell’eccidio delle fonderie; e ancora lo stesso giorno il quotidiano comunista L’Unità titola a otto colonne «Tutta l’italia si leva contro il nuovo eccidio!» (infatti in moltissime città italiane tra cui Torino, Firenze, Palermo, Venezia, Livorno, Milano, Bari, Alessandria, Genova e Verona vennero organizzati proteste e scioperi generali per l’intera giornata).

Antefatto
A cavallo degli anni ’50 gli industriali di Modena iniziarono una politica di aumento della produzione finalizzata all’esportazione con conseguente drastica riduzione del salario degli operai. A seguito delle molteplici resistenze da parte dei lavoratori e dei sindacati, l’unica soluzione trovata fu il licenziamento degli operai, soprattutto quelli legati al sindacato e ai partiti politici di sinistra.

Il 9 gennaio 1949 – esattamente un anno prima della strage – a Modena si ebbe una manifestazione sindacale in piazza Roma.
Il segretario generale della Cgil Fernando Santi condannò la condotta antisindacale della fonderia Valdevit e della carrozzeria Padana, che avevano portato a licenziamenti e serrate. Concluso il comizio, iniziò un violentissimo scontro con la Polizia di Stato.

La storia delle Fonderie Riunite
Fondate nel 1938, le Fonderie Riunite erano un’azienda di proprietà dell’industriale Adolfo Orsi, il quale possedeva anche la Maserati e una sua fabbrica di candele di accensione e accumulatori.

Nel ’48 Adolfo Orsi decise tre giorni di serrata della fonderia, chiedendo l’intervento della polizia per eliminare i picchetti degli operai in protesta.
Al termine del 1949 furono licenziati tutti i suoi 560 dipendenti, al fine di poter riassumere altri operai non iscritti né al sindacato né ai partiti.

Fu proclamato uno sciopero generale di tutte le categorie e in tutta la provincia per il 9 gennaio 1950.
Verso le dieci del mattino dello stesso giorno una decina di operai giunse ai cancelli delle Fonderie Riunite, le quali erano circondate da carabinieri armati. All’improvviso un carabiniere sparò un colpo di pistola in pieno petto al trentenne Angelo Appiani, che morì sul colpo. Subito dopo, dal tetto della fabbrica i carabinieri aprirono il fuoco con le mitragliatrici.

6 morti, 200 feriti e 34 arrestati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: questo il bilancio della giornata.

Svariate furono le reazioni: in auge la deputata modenese Gina Borellini espresse la sua indignazione alla Camera dei Deputati con un gesto plateale: con molta difficoltà (in quanto amputata ad una gamba) si alzò, scese ai banchi del Governo e da qui lanciò le foto degli operai morti in faccia al Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

I funerali si svolsero a Modena l’11 gennaio: presenti oltre 300.000 persone.

Qui gli appunti scritti dall’ on.Gina Borellini (Archivio Gina Borellini, Centro documentazione donna di Modena) >>> QUI 

Antonietta Della Femina

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