L’anniversario: pallone e morte, storia di Re Cecconi

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Ricorre quest’oggi l’anniversario di una delle più assurde e tragiche disgrazie accadute ad un calciatore. Accade a Roma nel pomeriggio dei 18 gennaio 1977, venne ucciso il centrocampista della Lazio Luciano Re Cecconi, aveva 28 anni.
Nato difatti a Nerviano l’1 dicembre 1948 e cresciuto nella Pro Patria, con cui debutta in prima squadra nel ’68, Re Cecconi si mette in evidenza nelle tre stagioni vissute al Foggia allenato da Tommaso Maestrelli, il quale lo chiama a completare il centrocampo della sua Lazio. Re Cecconi conferma sul campo la validità della scelta del tecnico, imponendosi per un quadriennio come il polmone della formazione biancoceleste e fornendo un contributo determinante nel quadrilatero di centrocampo assieme a Nanni, Frustalupi e D’Amico che porta al primo Scudetto nel 1974.
La Stagione 1976-’77 si apre per Re Cecconi con una sua rete all’esordio contro la Juventus, per poi subire un grave infortunio al ginocchio alla terza giornata che lo tiene fuori per il resto del girone di andata, caratterizzato anche dalla scomparsa del Tecnico Maestrelli, vittima di un male incurabile. La tragedia si compie nel tardo pomeriggio del 18 gennaio ’77, allorché Re Cecconi, entrato nella gioielleria di Bruno Tabocchini, assieme al compagno di squadra Ghedin, non ha la prontezza di riflessi dell’amico che alza le mani nel momento in cui l’orefice – temendo si trattasse di una rapina e probabilmente a seguito dello scherzo verbale di Re Cecconi – punta loro contro una pistola, venendo colpito in pieno petto e morendo poco dopo in ospedale. 

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