Palermo sconvolta, si suicida la presunta talpa di Zamparini

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L’ex capo dell’ufficio del Gip di Palermo Cesare Vincenti si è suicidato lanciandosi dal quinto piano di un palazzo nella zona residenziale di via Sciuti. Sul posto anche il procuratore Francesco Lo Voi, il questore Renato Cortese, oltre ad investigatori dei carabinieri e mezzi di soccorso, nonché i carabinieri del Ris.

Vincenti e il figlio Andrea, avvocato, erano indagati dal giugno scorso dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e rivelazione di notizie riservate nell’ambito dell’indagine sulla presunta fuga di notizie relativa all’ex patron del Palermo Maurizio Zamparini che avrebbe appreso preventivamente della pendenza di una richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti.

Di corruzione risponde anche il figlio di Vincenti, Andrea. L’inchiesta nasce dal sospetto che una talpa al palazzo di giustizia di Palermo abbia avvertito, tramite l’allora presidente del Palermo calcio, Giovanni Giammarva, l’ex patron rosanero Maurizio Zamparini della richiesta pendente di arresto a suo carico avanzata dalla Procura.

Vincenti era andato in pensione il 19 giugno scorso, così come previsto da tempo. Una settimana prima l’abitazione del magistrato e l’ufficio del Gip erano stati perquisiti. Giammarva, a maggio del 2018, chiese un urgente appuntamento a Zamparini, che il giorno successivo all’incontro si dimise dalle cariche societarie. Il gip chiamato a decidere sull’arresto, che lavorava nell’ufficio diretto da Vincenti, negò le manette sostenendo che le dimissioni dalla carica avessero fatto venir meno le esigenze cautelari.

Chi diede lo notizia della richiesta di arresto? È quello che si chiedono i pm di Caltanissetta. Ed ecco che il sospetto grava su Vincenti. Quanto all’ipotesi di reato di corruzione, risulta determinante l’incarico legale dato al figlio nella società rosanero. E questo, per gli inquirenti, potrebbe essere stato il prezzo della corruzione.

 

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