Pagani. Vicenda cartelle esattoriali, continua il botta e risposta tra opposizione e amministrazione

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“Le sconcertanti affermazioni dell’Assessore al bilancio, su un fatto così grave come quello rappresentato dall’aver “spedito” 4.000 avvisi di accertamento IMU 2012 allorché il credito era ormai prescritto, dimostrano ancora una volta, che la città di Pagani è sgovernata da un Sindaco ed una Giunta totalmente inadeguati e che considerano la “cosa pubblica” come un fatto privato”. Continua il botta e risposta tra il consigliere comunale, Annarosa Sessa e l’assessore alle finanze del comune di Pagani, Lello La Femina. Qualche giorno fa la consigliera comunale aveva evidenziato lo stato la problematica rappresentata dal fatto che la SRL alla quale è affidato il servizio di recupero e riscossione aveva “spedito” circa 4.000 atti di accertamento IMU 2012 a partire dal 04 Gennaio 2018, quando ormai il credito era ormai prescritto. “Delle esternazioni rese dall’Assessore non sconcerta nè il fatto che l’autore parli di TARI – quando invece il problema riguarda l’IMU 2012 – dimostrando scarsa dimestichezza nella comprensione delle diversità tra una tariffa ed un’ imposta, né che pratichi il controllo pubblico sulle attività svolte da soggetti terzi (fiduciariamente incaricati) semplicemente riportando dati e spiegazioni che gli fornisce lo stesso soggetto che dovrebbe essere controllato. Sconcerta, e tanto – scrive la Sessa – l’affermare il principio secondo il quale “il fine (salvaguardia delle proprie responsabilità ormai codificate) giustifichi l’aver scaricato sui cittadini richieste prescritte costringendoli a fare ricorso per opporsi ad atti che non potevano più essere inviati”, così come sconcerta – ancorchè ormai è un modus operandi introdotto dal Sindaco e ripetuto dai suoi nominati – il fatto che si “minacci o si offenda chi, come cittadina e come consigliere comunale, solleva e denuncia fatti e misfatti commessi a danno dei cittadini ed al solo fine di coprire (dalla scure della Corte dei Conti) propri ritardi e incapacità”. Quando un pubblico amministratore, che dovrebbe gestire la “res publica” nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti e avendo la capacità e la dignità di assumersi le proprie responsabilità, arriva ad affermare , da un lato, che “ ci sono stati solo 40 ricorsi (sic!!!) “ e, dall’altro, che “abbiamo operato bene e che la Commissione Tributaria ha sbagliato”, allora si è superato ogni limite ed ogni confine di decenza ed i comportamenti gestionali sono ormai caratterizzati “ dalla più cupa barbarie giuridica, civile ”. Quando un pubblico amministratore afferma che “ proporremo ricorso come Comune in Appello”, dimenticando che l’incarico fiduciariamente conferito ad Areariscossioni Srl attribuisce solo ed esclusivamente a quella società l’onere e la decisione del contenzioso, allora significa che “ la confusione dei ruoli tra controllore e controllato “ impera e getta ulteriori ombre sul perché e sul come è stato conferito l’incarico. Ad oggi – continua – l’organo giurisdizionale competente ha sancito, codificando un principio non particolare ma generale che riguarda tutti i 4.000 avvisi di accertamento, che “il credito vantato è prescritto” in quanto “ gli atti sono stati spediti a prescrizione intervenuta”, e rispetto a tale principio ad OGGI sancito – “perché lapalissiano nell’ordinamento” – un amministratore pubblico serio si dovrebbe preoccupare non di difendere “ un soggetto terzo lautamente retribuito” ma i cittadini “ingannati e frodati” da rassicurazioni, anche di provenienza comunale, che “ gli avvisi erano stati spediti il 30 Dicembre 2017” e dovrebbe sanzionare chi “ha furbescamente giocato” su data elenco di accettazione e data effettiva spedizione, quest’ultima impossibile a controllarsi (dal contribuente) in quanto non riportata sulla busta chiusa pervenuta a fine Gennaio 2018. Se tanto non fa, allora è “legittimo ed obbligato” che chi difende realmente i “cittadini“ si adoperi pèrchè “inganni, furberie, e difesa dei propri interessi” non ledano – con l’inganno – gli indifesi”.

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