Pagani. Non si approva il conto consuntivo, cade anche il consiglio comunale.

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Era nell’aria già da tempo, probabilmente da subito, dai primi intoppi burocratico-amministrativi giunti a palazzo San Carlo a pochi giorni dall’elezione del sindaco Gambino.
L’amministrazione eletta alle scorse elezioni è ufficialmente sciolta da ieri.
Prima il sindaco, poi il suo facente funzioni, successivamente la giunta ed infine anche il consiglio comunale, tutto è decaduto in favore del commissario prefettizio Auricchio e dei due sub-commissari.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI IERI

L’attesa convocazione della seduta di consiglio comunale di ieri ha visto la bocciatura del conto consuntivo 2018, necessario dopo la richiesta del prefetto di Salerno, in seguito agli interventi delle scorse settimane della Corte dei Conti che avevano evidenziato numerose irregolarità e difetti di gestione. Il consiglio comunale ha bocciato lo strumento, decretando così la fine della sussistenza del consiglio stesso.
Finisce così l’era Gambino-Sessa, ricomincia a campo aperto una nuova campagna elettorale.

LE TAPPE SALIENTI

La vicenda elettorale dell’ultima annata resterà probabilmente tra quelle che segneranno anche la giurisprudenza nell’ambito del sistema elettorale italiano. Pieno di colpi di scena, infatti, è stato il percorso che ha segnato la candidatura, l’elezione e la decadenza di Alberico Gambino.

Gambino, lo ricordiamo, proclamato ufficialmente sindaco di Pagani il 9 giugno 2020, dopo il ballottaggio vinto contro il sindaco uscente Salvatore Bottone, venne dichiarato incandidabile pochi giorni dopo. La sentenza della Corte di Cassazione porta la data dell’11 giugno e si riferisce alle conseguenze dell’inchiesta “Linea d’Ombra”. In quel frangente, Gambino risultò assolto ma lo scioglimento dell’allora consiglio comunale comportò conseguentemente la sua incandidabilità.
Da lì una serie di ricorsi, di dibattiti, di interpellanze giudiziarie e pareri contrastanti si sono succeduti sui social e negli studi privati degli avvocati, nonostante i quali l’attività di Gambino è proseguita indisturbata, in attesa di una decisione definitiva dal Ministero dell’Interno.
Ha nominato i componenti della sua giunta, il suo vicesindaco Anna Rosa Sessa e convocato il primo consiglio comunale.

Resterà negli annali certamente proprio quel consiglio comunale, in una sala cinematografica gremita, con maxischermi montati all’esterno per l’elevato flusso di cittadini curiosi di assistere all’evento. Nella memoria resterà, allo stesso modo, il colpo di mano di Gambino che, alla presenza dell’allora segretario generale, Dott. Francesco Carbutti, riuscì a metterlo alla porta, con intercessione telefonica del prefetto e l’ausilio dei carabinieri, in favore della già presente Dott.ssa Ivana Perongini.

L’era Gambino comincia in quel momento, con l’opposizione che lascia la seduta ed il pubblico che rende omaggio evidente al nuovo sindaco.

LA DECISIONE DEFINITIVA

All’inizio di ottobre, il tribunale di Nocera Inferiore si pronuncia sull’effettiva incandidabilità di Alberico Gambino che lascia le redini dell’amministrazione cittadina al suo vicesindaco, Anna Rosa Sessa, in attesa della valutazione di un eventuale ricorso (che non sarà mai presentato).

IL POST-GAMBINO

Non risultava, probabilmente, abbastanza intricata la questione affrontata fino a quel momento perché nei mesi successivi, la città di Pagani ha assistito ad ulteriori colpi di scena. Sembrava, in apparenza, che Anna Rosa Sessa, avrebbe potuto governare, come facente funzione, indisturbata e proseguendo il programma di mandato cominciato dal suo sindaco. Ed invece qualcosa è andato storto. La maggioranza di governo si spacca, la coalizione di centro-destra non condivide l’operato della Sessa che prosegue per un periodo limitato di tempo, nominando anche una nuova giunta, ma cede a febbraio 2020, annunciando le sue definitive dimissioni dalla carica.
Un rimpallo di accuse di tradimento, di illazioni sulla volontà di prendere possesso della città per gestire i propri interessi sono stati i punti focali delle settimane a seguire.

Nel frattempo, Pagani è senza guida e arrivano i commissari prefettizi.

A questo punto, in una già delicata e precaria situazione di disequilibrio, inasprita dalla pandemia del coronavirus, la Corte dei Conti continua i suoi accertamenti in merito alle finanze dell’ente di piazza D’Arezzo e chiede espressamente l’approvazione del bilancio 2018, non ancora espletato.
Anche la nuova convocazione subisce ritardi evidenti fino a ieri, quando il conto consuntivo non è stato approvato. Questo atto ha definitivamente concluso l’era dell’amministrazione, eletta meno di un anno fa.

Il comune di Pagani è adesso nelle mani dei tecnici, dei commissari mandati dal prefetto, in attesa di nuove elezioni e, soprattutto, in balìa del dissesto finanziario dichiarato dall’amministrazione poco tempo fa.
Difficile sarà riequilibrare la situazione, difficile sarà tornare a governare.

Ai posteri, l’ardua sentenza.

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