Notte prima degli esami, che non finiscono mai

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Non c’è niente da fare, siamo una generazione che per stereotipo d’esame viaggia ad intermittenza tra Venditti e De Filippo. Cominciamo da Antonello (Notte prima degli esami): Gli esami sono vicini e tu sei troppo lontana dalla mia stanza. Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto. Stasera al solito posto, la luna sembra strana. Sarà che non ti vedo da una settimana. Maturità, t’avessi preso prima. Le mie mani sul tuo seno, è fitto il tuo mistero. Cosa daremmo per tornare a quel tempo? Niente, indietro non si torna e della maturità spesso restano gli incubi. Per le mani sul tuo seno, però, non esiste generazione che tenga. E il grande Eduardo de Gli esami non finiscono mai? E’ un’espressione proverbiale per significarci che l’esistenza ci mette di fronte a continue prove da affrontare, specie quando pensiamo di averne già superate abbastanza. Guglielmo Speranza, il personaggio inventato e poi interpretato da Eduardo De Filippo, è proprio il “prototipo di noi tutti, un eroe la cui esistenza è caratterizzata dagli aspetti positivi e negativi della nostra stessa esistenza”. Il cognome del protagonista di questa commedia non è certo casuale: Speranza, quale simbolo di un’umanità che, a prescindere dalle evidenti prove avverse, denota ancora un’anima sognatrice e illusa. Scritto troppo, pensate alla tracce. Anzi pensate a lasciare una traccia, non fate come il sottoscritto, che solo a tarda età ha recuperato le amicizie liceali (la Lamberti ne sa qualcosa). Non abbiate paura, gli esami veri inizieranno dopo. Siate voi stessi, copiate il giusto.

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