Nocera Inferiore, tutti i particolari della Soap Opera della truffa

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Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti, nel nostro caso contro la concorrenza leale, l’erario e la comunità in generale. Non c’entra Lina Wertmüller ma riguarda in un certo senso l’operazione Soap Opera. Svelata un’intercettazione, una delle tante, che fa persino ridere. Quando mi arrivano i soldi, fate presto, mia figlia deve fare una festa. Uno dei prestanomi delle società cartiere, rivolto ad una delle tre menti organizzative del malaffare, finiti in carcere con l’accusa di associazione per delinquere, emissione di fatturi inesistenti ed aggravante del reato transazionale. La tecnica è quella già nota nel mondo della criminalità economica: la creazione e la successiva cessione di crediti d’imposta fittizi.In carcere sono finite due persone di Mercato San Severino ed una persona di San Michele di Serino. Domicliari invece per altri quattro con residenza a Baronissi, Castellammare, la leccese Matino e Nocera Inferiore. Obbligo di dimora, infine, per altri tre, rispettivamente due a Pagani e uno a Fisciano. Scoperta una maxi-frode che andava avanti da anni, dall’importo di circa 7milioni di euro, scattato pertanto un primo e parziale sequestro di 1600euro. I particolari sono stati esposti in conferenza stampa, Parla Antonio Centore,  capo della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore:“ Una delle cosiddette frodi Carosello, società cartiere intestate a prestanome, che ricevevano in cambio una sorta di stipendio mensile. La Procura ha agito in sinergia con la Guardia di Finanza, importante anche l’aiuto ancora una volta arrivato da Eurojust, che ha nel collega e amico Filippo Spiezia il vice presidente, Eurojust ci fornisce riscontri ormai quasi in tempo reale. Una mano ulteriore è arrivata dalle ultimissime leggi, mi riferisco ad esempio all’obbligo della fatturazione elettronica, che rende tracciabili gran parte delle operazioni. Il nome Soap opera dato all’inchiesta, deriva da una società monitorata tra le prime, commerciava in detersivi, ovviamente con l’intento di drogare il mercato con prezzi bassi e di evadere il credito d’imposta. Si tratta di società che hanno avuto pochi mesi di vita, il necessario per porre in essere una serie di illeciti che meritano punizioni severe sotto forma di restrizioni prescritte, non vi stupite. Non siamo ancora ai livelli dell’America, dove per l’insider trading ci sono condanne fino a 11 anni da carcere ma la severità adesso è imposta dal desiderio che alberga nella società intera ma anche dalle istituzioni europee“. Continua il sostituto procuratore Angelo Rubano:“ Sono reati che chiamiamo tecnici, non si percepiscono nella comunità perchè non colpiscono la pancia della gente ma hanno effetti devastanti sulla stessa comunità, sono soldi nostri, cioè dello Stato, che volano via e che dobbiamo recuperare con operazioni come questa, in nome del ripristino della legalità e di quanto è stato indebitamente sottratto. Qui siamo in presenza di un mero simulacro di società, operavano senza alcuna reale attività svolta e ovviamente senza lavoratori a carico, un paravento documentario che doveva servire a coprire quel che siamo riusciti a scoprire e che coinvolge non solo l’Italia ma anche altre cinque nazioni, mi riferisco alla diramazione con società aventi sede in Inghilterra, Spagna,Lituania, Romania e Bulgaria“. Per la Guardia di Finanza, parla per primo il generale Danilo Petrucelli:“ Indagine partita indagando su un altro filone di illeciti, ci siamo avvalsi di pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed anche telematiche, i gps dei veicoli. La difficoltà iniziale è stata quella di ricostruire la rete dei rapporti tra persone e società, di individuare tutti i prestanome, quelli delle società e quelli dei conti correnti, e poi gli ideatori. Tutto partiva da una centrale operativa composta da tre persone, non imprenditori e nemmeno professionisti, ma di certo gente non sprovveduta in materia“. Prosegue il tenente colonnello Sebastiano Barbato:“ 12 utenze telefoniche sotto controllo e soprattutto 15 conti bancari con movimenti notevoli,  la società principale ad esempio in 6 mesi ha effettuato bonifici per circa 3 miilioni di euro. Una parte delle indagini è ancora in corso, la truffa è continuata anche ad indagini in corso, pertanto potrebbero esserci ulteriori sviluppi anche per quel che riguarda la somma attuale del sequestro, già notevole.“ Le prime indiscrezioni sulla società diciamo così diramante, portano alla Fa.pa trade, con sede a Mercato San Severino.
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