Nocera Inferiore: questione Fiume Sarno, se ne parla anche a scuola

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Chiara D’Acunzi e Maria Raffone hanno scritto del Fiume Sarno per una bella iniziativa.Si chiama Giornale per il Sociale, una delle forme d’attuazione Alternanza Scuola Lavoro scelta dall’Istituto Galizia. Il fiume Sarno che bagna le province di Salerno, Napoli e Avellino, è considerato uno dei fiumi più inquinati del mondo, tanto da essersi conquistato il sesto posto in una conferenza tenutasi a New York. Fin dai tempi remoti è stato considerato come un vero e proprio dio dai popoli del passato. Del Sarno è stata trasmessa un’immagine di uomo adulto con la barba, seminudo, sdraiato su un fianco, circondato da canne e papiri, mentre reggeva un vaso d’acqua. Chissà oggi i popoli del passato come lo potrebbero descrivere! Come un uomo circondato da rifiuti di plastica, mentre regge un vaso contenente gli scarti di lavorazioni industriali. Una triste scena che oggi, purtroppo, narra la realtà. A causa dei rifiuti delle fogne, degli sversamenti delle industrie presenti sul suo corso, non esiste più nessuna forma di vita e la sua acqua non può essere utilizzata perchè pericolosa alla salute. Il fiume, durante il passar degli anni ha assunto soprannomi, tra cui ” RIO POMODORO “, perchè le sue acque durante le lavorazioni dei pomodori diventano rosse. Questo accade perchè le industrie non utilizzano tecnologie che non danneggino l’ambiente. Molti scienziati e ambientalisti non riescono a spiegare questo fenomeno, perchè in passato si aveva a cuore la pulizia del fiume. Infatti, era effettuata dalla città di Sarno, ma con il concorso nella spesa delle Università di San Valentino, San Marzano, Striano e San Pietro di Scafati e avveniva attraverso una mandria di bufale, che con gli zoccoli agitava il limo del fondale, in modo tale da semplificare il trasporto verso la valle. Tuttavia, oggi, i fondi europei non vengono utilizzati per la costruzione del sistema fognario dei paesi vesuviani. I cittadini continuano a pagare le multe dell’Unione Europea per la mancata depurazione.” Ecco una valida ragione per proseguire nella battaglia ambientalista: l’interesse suscitato, soprattutto negli ultimi tempi, nelle nuove generazioni.

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