Nocera Inferiore. Passi da gigante sulla riabilitazione a distanza

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L’obiettivo è garantire l’assistenza e la continuità terapeutica, contribuendo anche a porre fine alle insostenibili attese per entrare in terapia.

In termini tecnici si chiama tele riabilitazione. “Ma dietro il termine tecnico – ci dice il direttore scientifico del Centro Studi Villa dei Fiori, dottor Francesco D’Addino – c’è una rivoluzione che finalmente può rappresentare una svolta per la continuità terapeutica e contribuire a far uscire dalla rassegnazione le centinaia di persone che attendono tempi infiniti per entrare in terapia”.

Ma partiamo dall’inizio. Da anni si parla di attivare forme a distanza per erogare i servizi sanitari: le linee nazionali risalgono al 2014. Il Covid ha imposto un’accelerazione dei tempi e poche settimane fa la Regione Campania ha emanato le sue linee di indirizzo.

L’obiettivo è, testualmente, quello di “assicurare l’assistenza e la continuità delle cure”. Come? Usando tecnologie relativamente semplici (un computer o un tablet con webcam) i pazienti possono essere curati dai riabilitatori restando a casa.

È un tipo di soluzione particolarmente indicata per pazienti che hanno difficoltà di apprendimento, di acquisizione delle abilità di lettura, scrittura o calcolo, difficoltà nel linguaggio e in generale in tutti i pazienti con deficit cognitivi.  Disturbi che colpiscono soprattutto bambini.

L’efficacia è molto alta.  “Gli studi scientifici condotti sulla teleriabilitazione hanno dimostrato che fino all’85% dei pazienti ne trae vantaggio” a dirlo è Tiziana Rossetto, presidente della Federazione dei Logopedisti che, pochi giorni fa, ha dedicato la Giornata europea della Logopedia proprio alla teleriabilitazione.

E nel nostro territorio la ASL Salerno, nei giorni scorsi, ha promosso una riunione sul tema della teleriabilitazione per passare concretamente dalle parole ai fatti. In quel contesto è stata sottolineata l’importanza di questa soluzione, proiettandola oltre l’attuale emergenza Covid19.

Chiediamo al dottor D’Addino perché tutto questo sarebbe una rivoluzione: “Perché c’è ancora chi pensa che la riabilitazione non abbia carattere di urgenza e possa essere posticipata senza problemi. È vero, invece, il contrario. La terapia riabilitativa deve essere effettuata all’atto della prescrizione, con presa in carico in tempi brevi da parte della struttura prescelta, per evitare un aggravamento della patologia.

Questo deve valere per tutti, a maggior ragione per i soggetti in età evolutiva. La tempestività è tutto, eppure ci troviamo di fronte a pazienti che sono costretti a interrompere la continuità terapeutica per mancata autorizzazione a causa di liste di attesa lunghissime, e persone che vivono in rassegnata disperazione a causa di un fabbisogno riabilitativo sottostimato”. 

Cosa può cambiare? “Molto. Innanzitutto la Regione ribadisce nelle sue linee guida la necessità di assicurare l’assistenza e la continuità delle cure. È un principio che non può essere disatteso. E la riabilitazione a distanza può esser uno strumento fondamentale, non solo in tempi di pandemia, per fare in modo che assistenza e continuità della cura siano effettivamente garantite.

Bene ha fatto la Regione a definire le sue linee guida e bene fa chi, come la ASL Salerno, si attiva perché tutto questo si trasformi al più presto in soluzioni a disposizione dei cittadini”.  

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