Nocera Inferiore, parla Angela Lampasona: “Fortunato e Claudio vanno ricordati assieme”

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Incontrare Angela Lampasona, oggi mamma e nonna, è come andare indietro nel tempo, ad un tempo orribile, ad una sera di tanti anni fa, quando suo marito Fortunato Arena e il collega carabinieri Claudio Pezzuto furono trucidati da due killer della camorra. Quello è il passato. Invece il presente si chiama domani: martedì 6 novembre a Nocera Inferiore, doppia presentazione di un libro che ricorda Pezzuto, mattinata all’Alberghiero e pomeriggio al Comune, nell’ambito di manifestazioni contro il bullismo e per la legalità. Angela dice: “Senza parole, chi ha organizzato non mi ha invitato”. Riavvolgiamo il nastro doloroso. E’ il 12 febbraio del 1992. I killer-camorristi De Feo e D’Alessio erano in fuga, braccati dalle forze dell’ordine e dai nemici della Nuova Famiglia. Partirono da Capaccio Scalo dopo aver rapinato una Ritmo ad un carabiniere, portandogli via anche la pistola d’ordinanza. Percorsi pochi minuti si impossessarono prima di Fiat Uno bianca poi di un Nissan Patrol, costringendo il proprietario a restare a bordo. In serata giunsero nella piazza di Faiano. Qui furono intercettati dai due carabinieri: i militari controllarono i documenti del proprietario dell’auto ma prima che potessero vedere quelli degli altri due occupanti furono investiti da una pioggia di piombo. Arena e Pezzuto avevano 23 e 29 anni. Gli assassini furono presi e condannati all’ergastolo. Angela Lampasona vive ancora a Nocera Superiore, la città che accolse tantissimi anni fa il papà carabiniere, morto per infarto. Riapre il libro dei ricordi: “Fortunato e Claudio non erano solo colleghi, si volevano bene. Sono saliti insieme sull’ambulanza e sono morti assieme. Il giorno dopo erano assieme in sala mortuaria. Il 14 febbraio erano assieme ai funerali di stato. La memoria deve essere unica, non può essere scissa, credo che sia giusto che ogni iniziativa pubblica ricordi l’uno e l’altro senza distinzione, i primi a volere da lassù una cosa del genere sono proprio, al di là del tempo che è passato e da qualche situazione che preferirei tenere per me. I vertici dell’Arma in questi giorni mi hanno chiamato, ricorderanno anche Fortunato. Non ci sarò per motivi post operatori. Ma se fossi stata libera da questo fastidioso impegno, mi sarei sentita in difficoltà da non invitata, non mi spiego i motivi e faccio fatica a giustificare un comportamento del genere. Ringrazio anche il sindaco Manlio Torquato, che ha compreso e si è adoperato”.

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