Nocera Inferiore, la sfida di Torquato per un territorio vasto da rilanciare

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“Nelle prossime ore anche Pagani si esprimerà sulla delibera per il Dea di secondo livello, lo considero già un passo in avanti ma attenzione non ho velleità per candidature regionali, questo sia ben chiaro”. Lo dice Manlio Torquato, con voglia di lanciare ulteriormente la sfida. Quale? L’Unione dei comuni dell’Agro, quei quattordici che fanno parte in area compresa in pochi chilometri, da Scafati a Bracigliano, senza dimenticare la possibilità di estendere il discorso  Cava per un verso e a Castellammare per l’altro. Unione dei Comuni prevista già delle leggi vigenti in materia, non fusione ma mantenimento delle priorità amministrative e territoriali di ciascun comune entrando a far parte di un disegno ampio, con possibilità concreta di imprimere una svolta al territorio Campania Media (oppure Campania Nocerina come scrivevano gli antichi), scegliendo uno sviluppo strategico unitario su tanti fronti: sanità, viabilità e trasporti, sicurezza, distretti industriali, rifiuti, politiche culturali. D’altra parte tutti gli ultimi atti “politici” di Torquato vanno in questa direzione, dalla posizione per l’ospedale e la viabilità fino alla recentissima lettera al ministro della difesa per la questione caserme. Torquato ci parla dei primi riscontri: “Positivi al massimo con Pagani e Nocera Superiore, ho letto con piacere delle aperture di Sarno. Le obiezioni del primo cittadino di San Valentino Torio sono facilmente superabili, qui non si tratta di rimettere in piedi Patto Territoriale o Agro Invest. Ho letto anche delle perplessità di Angri. Attendo con curiosità quel che accadrà a Scafati dopo le elezioni. Per me la questione è sul tavolo e rimarrà anche nei prossimi mesi, prevedo incontri importanti per disegnare concretamente l’Unione dell’Agro e mi rivolgo alle energie professionali e culturali del territorio per aiutarci con idee, punti di vista, possibilità di intervento”.

LA LEGGE

L’unione di comuni è l’ente locale costituito da due o più comuni, di norma contermini, finalizzato all’esercizio associato di funzioni e servizi.  Ogni comune può far parte di una sola unione di comuni. Le unioni di comuni possono stipulare apposite convenzioni tra loro o con singoli comuni.  Gli organi dell’unione, presidente, giunta e consiglio, sono formati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, da amministratori in carica dei comuni associati e a essi non possono essere attribuite retribuzioni, gettoni e indennità o emolumenti in qualsiasi forma percepiti. Il presidente è scelto tra i sindaci dei comuni associati e la giunta tra i componenti dell’esecutivo dei comuni associati. Il consiglio è composto da un numero di consiglieri definito nello statuto, eletti dai singoli consigli dei comuni associati tra i propri componenti, garantendo la rappresentanza delle minoranze e assicurando la rappresentanza di ogni comune. L’unione ha potestà statutaria e regolamentare e ad essa si applicano, in quanto compatibili e non derogati con le disposizioni della legge recante disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni, i princìpi previsti per l’ordinamento dei comuni, con particolare riguardo allo status degli amministratori, all’ordinamento finanziario e contabile, al personale e all’organizzazione. Lo statuto dell’unione stabilisce le modalità di funzionamento degli organi e ne disciplina i rapporti. In fase di prima istituzione lo statuto dell’unione è approvato dai consigli dei comuni partecipanti e le successive modifiche sono approvate dal consiglio dell’unione.  All’unione sono conferite dai comuni partecipanti le risorse umane e strumentali necessarie all’esercizio delle funzioni loro attribuite. Fermi restando i vincoli previsti dalla normativa vigente in materia di personale, la spesa sostenuta per il personale dell’Unione non può comportare, in sede di prima applicazione, il superamento della somma delle spese di personale sostenute precedentemente dai singoli comuni partecipanti. A regime, attraverso specifiche misure di razionalizzazione organizzativa e una rigorosa programmazione dei fabbisogni, devono essere assicurati progressivi risparmi di spesa in materia di personale. I comuni possono cedere, anche parzialmente, le proprie capacità assunzionali all’unione di comuni di cui fanno parte.

IL TERRITORIO

L’Agro Nocerino-Sarnese di oggi ha una superficie complessiva di 188,1 km² e circa 300 mila bitanti, con una densità di popolazione pari a 1807 abitanti per km². Comprende i comuni di Angri, Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio, San Valentino Torio, Sarno, Scafati e Siano. Il primo passo? Mettere nel giro di poche settimane intorno al tavolo della discussione i sindaci Ferraioli, Rescigno, Lanzara, Pentangelo, Torquato, Cuofano, Bottone, Pagano, Annunziata, Carpentieri, Strianese, Canfora e Marchese. All’appello mancherebbe, aggiungiamo purtroppo solo Scafati, proprio la realtà con maggior numero di abitanti (oltre 50mila), attualmente in regime di commissariamento.

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