Nocera Inferiore, incontro con l’autore: Melania De Masi e La Danza dei Pomodori

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Nei locali della Mondadori di Nocera Inferiore, è stato presentato il libro dal titolo evocativo “La danza dei pomodori” di Melania De Masi, Il quaderno edizioni presentato dalla giornalista Patrizia Sereno. Leggere il romanzo rappresenta l’occasione per intraprendere un viaggio tra i ricordi dell’infanzia e al contempo un’immersione nelle incongruenze che caratterizzano l’esistenza delle donne di ieri e di oggi. Il racconto ci introduce nella vita di Costanza, la protagonista, che sin da bambina sperimenta una realtà in cui le emozioni spesso hanno come interprete la violenza verbale e fisica. Costanza impara a vivere seguendo lo schema che ha interiorizzato in famiglia, il suo modo di porsi nei confronti delle persone che incontra e delle situazioni che fronteggia è rinunciatario e spesso sottomesso. Eppure nel suo sguardo e in quel disarmante sorriso, si intravedono la vivacità e la curiosità di una donna tenace che non sa ancora di esserlo.

Melania è Costanza in alcuni aspetti, e anche in noi convivono tratti di Costanza: tutte condividiamo la dicotomia dipendenza-indipendenza, affermazione- negazione. Noi adolescenti degli anni ’80 siamo state abbagliate dalla possibilità di guidare una Maserati, per poi ritrovarci al volante di una Cinquecento, pure decappottabile! (il massimo consentito).

Accogliente e simpatica è la figura del Professore Pisani, che tutti avremmo voluto incontrare almeno una volta nella vita, che supporta con discrezione e convinzione la capace Costanza nel suo percorso universitario; e perché no, poter disquisire con lui sull’esito delle partite del Napoli.

I personaggi della narrazione ricoprono nella vita di Costanza un ruolo preciso durante l’arco temporale che la porterà da bambina a diventare una giovane donna. Le figure genitoriali di Sandro e Lora mostrano la pregnanza di una cultura che inconsapevolmente ha segnato le rispettive esistenze, determinando anche il loro modo di amare e quindi di entrare in contatto con i figli maschi e le figlie femmine; oltre alla difficoltà di sradicare nella comune mentalità l’idea di un’educazione intesa come accudimento.

E’ un libro intriso di sfumature e capace di evocare gli aromi di un territorio, in particolare quando Melania si riferisce al periodo in cui si era soliti organizzare l’occorrente per le conserve dei pomodori, e scrive: “A Costanza pareva di vederli ballare, mentre saltellavano da un recipiente all’altro, pronti a ricevere ognuno la propria corona verde, prima di tuffarsi nei recipienti”.

La descrizione di una città sempre viva e in fermento, gli scenari di Procida, ci parlano di una quotidianità fatta di cose semplici caratterizzata da una napoletanità familiare, dove i fili dell’ordinarietà tessono la tela della vita nella sua complessità.

Claudia Squitieri

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