Nocera Inferiore. In cammino per la pace e la giustizia sociale: Ieri a Piazza Amendola

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Ieri 17 maggio la Casa del Popolo “Cohiba” di Nocera Inferiore ha portato in Piazza Amendola il dibattito sulla questione ucraina insieme a tre relatori d’eccezione: Luigi De Magistris (ex magistrato ed ex sindaco di Napoli), Lino Picca (presidente della sezione Anpi Nocera-Pagani) e Giuliano Granato (portavoce nazionale di Potere al Popolo).

L’occasione, fortemente voluta dall’ex sindaco di Napoli, è parte di un suo tour in numerose città italiane e si configura come momento di riflessione sulla necessità di tavoli diplomatici e non di invio di armi per la risoluzione del conflitto russo-ucraino. Il ragionamento alla base di questa necessità è tanto semplice quanto disarmante: più armi fanno più morti.

Lino Picca ha ricordato in apertura gli attacchi vergognosi subiti dall’Anpi per il documento pacifista prodotto all’inizio del conflitto per il quale i membri dell’associazione, depositari dei valori della nostra Costituzione e del ricordo dei partigiani, sono stati definiti addirittura «filoputiniani».

De Magistris ha giustamente specificato che ‘filoputiniani’ sono coloro che con gli oligarchi russi hanno fatto affari milionari sulla pelle dei cittadini italiani. E di fatto tutto si tiene: guerra, tariffe energetiche da capogiro e una mafia nuova, coi colletti bianchi ed interessi economici di entità mai vista prima. La sensazione è che le decisioni non vengano più prese in Parlamento – ha rincarato l’ex sindaco – ma in «altre stanze», sconosciute e inaccessibili alla popolazione; stanze in cui non entra quello che spesso viene definito il ‘paese reale’, con il tasso di disoccupazione giovanile del meridione che fa spavento, con i prezzi irriconoscibili dei beni primari e dell’energia, con sacche di disagio che proprio le istituzioni avrebbero il compito di sanare.

Giuliano Granato ha sintetizzato così: «L’Italia è già in guerra» e non è retorica ma un dato di fatto, non solo a causa dell’invio delle armi, ma per l’appoggio che le basi italiane stanno fornendo per le operazioni militari.

Per la creazione di un movimento attivo pacifista la Casa del Popolo “Cohiba” si pone come punto di riferimento sul territorio e cassa di risonanza, nella convinzione che un’altra soluzione sia non solo possibile, ma necessaria.

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