Nocera Inferiore, Hamza è tornato a casa, 100 giorni di battaglia e di amore

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Circa cento giorni fa, una telefonata di una nostra collega di redazione, ci avvertiva della scena tragica che stava osservando al Pronto Soccorso dell’Umberto I, l’arrivo di un ragazzino marocchino, nudo, su una barella sporca di sangue, in condizioni devastanti, era caduto da circa venti metri in quel di Poggiomarino. Condizioni disperate, necessità di interventi immediati per alcuni traumi, necessità di sangue subito ottenuto, grazie ad una vera e propria catena umana di solidarietà, partita da Poggiomarino ed estesa all’Agro, partita dalla comunità marocchina ma diventata senza etichette di razza o colore. Hamza ha lasciato, dopo circa 100 giorni, l’ospedale, è tornato nella sua Poggiomarino. La foto mostra le conseguenze, abbiamo scelto dopo un certo travaglio di farvela vedere, con un paio di scopi, visto che la sua battaglia continuerà in un centro di riabilitazione dell’area vesuviana, dove cercherà di recuperare almeno in parte alcune funzioni perse. Le battaglie si chiamano accertamento compiuto e serio della caduta – a futura memoria per tante altre situazioni simili – ma anche sanità da eccellenza, che esiste a Nocera e che non deve perdere consistenza a causa di politica e burocrazia. La craniotomia decompressiva, perché il cervello aveva un ematoma subdurale ed edema massivo, è stata fondamentale come la successiva cranioplastica ricostruttiva con protesi in titanio. Hamza ha perso l’udito, si spera momentaneamente, ma noi gli diciamo di continuare a sperare nella vita. in un futuro diverso, contando sull’amore di chi non l’ha mai abbandonato.  I genitori hanno ringraziato i medici, in particolar modo i neurochirurghi Giovanni D’Onofrio e il primario Giovanni Giugliano; l’anestesista Daniele Scarano, la dottoressa Italia Odierna e Gianmaria Chicone del reparto di Rianimazione. Lo facciamo anche noi, ringraziando pure Nostro Signore.

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