Niente Europee per De Magistris, la sua sinistra si è già parcellizzata

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Prima col classico Non ci sono le condizioni. Poi con svariati post sui social piuttosto espliciti di persone molto vicine al primo cittadino partenopeo, risulta orachiaro che De Magistris è a un passo dal rinunciare alla lista unitaria di “coalizione popolare” che aveva lanciato il 1° dicembre a Roma. Erano in realtà diverse settimane che, in seno ai tavoli politici che avrebbero dovuto portare alla nascita del nuovo progetto, vi erano discussioni e polemiche, con alcuni dei contraenti che avevano pure disertato gli ultimi incontri. Provando a riepilogare, dopo il 1° dicembre attorno a De Magistris si erano coagulate Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, L’Altra Europa con Tsipras, Diem25, il Partito del Sud, la Rete delle Città in Comune e altre realtà territoriali. Da fine gennaio nel percorso era entrato Potere al Popolo, che ha posto delle condizioni sulla natura della nascente lista, in particolare per la rottura trattati dell’Unione Europea. Questo ha fatto allontanare dal percorso, già da inizio febbraio, Diem25, la sezione italiana del partito transnazionale di Yanis Varoufakis. Mentre dopo il 9 febbraio le posizioni critiche di PaP verso la manifestazione sindacale unitaria di CGIL, CISL e UIL, avrebbero indispettito non poco Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni, che non ha partecipato al tavolo dello scorso weekend. Intanto Rifondazione Comunista di Maurizio Acerbo, nell’ultima direzione nazionale, aveva affermato di voler “continuare a lavorare con senso di responsabilità per definire uno schieramento il più largo possibile e su un chiaro profilo programmatico antiliberista e di alternativa”, invitando tutti gli “interlocutori a sinistra a praticare con umiltà la strada dell’unità”. Alla fine De Magistris si è arreso. La sua a sinistra è a eterno rischio di parcellizzazione.

 

 

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