“Nella Notte” di Concita De Gregorio, la Notte di un Paese

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Ieri sera a Napoli, nel punto Feltrinelli di Piazza dei Martiri, Concita De Gregorio ha presentato “Nella Notte”, ultimo lavoro uscito nella prima decade di maggio e tra i libri più seguiti dal pubblico.

In una sala piena la giornalista ha incontrato i lettori, attenti all’autrice di un romanzo nel quale la verità è l’elemento fondante e al servizio della comprensione degli ingranaggi del potere.

Un potere che risucchia tutto e tutti, forte e spregiudicato quanto oscuro e impenetrabile. È possibile salvarsi?

La De Gregorio considera “Nella Notte” il libro della sua vita, in esso confluiscono l’esperienza trentennale della giornalista che ha avuto “il privilegio” di assistere a quello che la gente comune ignora, perché lontana dalle luci soffuse di tutte quelle Notti in cui il potere ha deciso le azioni da intraprendere per stabilire le sorti del Paese.

Bisogna aver presente che “il passato è l’antefatto dell’oggi, e il presente è l’antefatto del futuro”, perché quello che oggi accade non è l’inizio di qualcosa ma la fine di un processo; è un po’ come quando due persone si lasciano, la separazione non è inattesa, quanto l’esito di qualcosa in atto da tempo che arriva al capolinea.

La Notte di cui si parla è quella della Politica, del Giornalismo, della Sinistra, è il momento in cui si è deciso, e lo si continua a fare, il corso delle cose in un modo non conforme al diritto di tutti.

La gente comune deve essere informata, deve saper riconoscere i meccanismi che condizionano le decisioni che si ripercuoteranno su tutti senza sconti o esclusioni.

Le due donne del racconto, Nora e Alice, rispettivamente la giovane giornalista arrivata dalla provincia e l’intraprendente reduce da anni vissuti all’estero, si ritrovano nello stesso luogo di lavoro, e sperimentano il contatto con il potere che regola il tropico del sesso, dei soldi e dei segreti.

Il vero e il falso si confondono e costruiscono il verosimile che permette ad abili manovratori di muovere le pedine del gioco nello spazio dell’insondabile.

Ma Nora, alias Concita, non ci sta perché ha scelto un lavoro che ha come obiettivo quello di spiegare le motivazioni per cui accadono le cose, raccontare come funzionano per rendere la verità fruibile.

La regola numero 1 del potere è quella per cui tutto ciò che è visibile è irrilevante, di contro tutto quello che è esibito e reiterato non lo è.

Ogni cittadino è assalito da continui interrogativi che spaziano da un argomento all’altro come frecce impazzite, e i social facilitano quello che appare come un coinvolgimento democratico galvanizzante, dando l’illusione che tutte le opinioni contino.

È richiesto uno schieramento chiaro e immediato rispetto alle correnti in gioco, il tempo per pensare è escluso. Ogni argomento è presentato come determinante per le sorti della società, nel frattempo le decisioni importanti, quelle che meriterebbero di essere divulgate risultano ignote, ma agite.

Il potere ha interesse per tre ambiti sociali: l’istruzione, l’informazione e la giustizia, perché controllandoli è possibile condizionare, orientare, manipolare moltissimi aspetti del vivere quotidiano.

La professionista, la scrittrice, la persona ha pagato un prezzo alto scegliendo di non conformarsi ad un sistema che sembra incontrovertibile; dichiara di aver perso, ma quello che ha perso si è trasformato nel personale patrimonio da condividere.

Sono serviti 10 anni alla De Gregorio per prendere le distanze da quanto ha esperito e vissuto in termini professionali e umani; il tempo necessario per avere il giusto distacco per gli avvenimenti che le sono capitati e riuscire ad acquisire la comprensione reale delle cose, perché il capire non sempre coincide con il momento in cui i fatti avvengono.

C’è ancora una speranza per cambiare il corso delle cose? Certo! La conoscenza è l’ultimo strumento per resistere, per non perdersi nel mare di condizionamenti sotterranei e irrilevabili: essere informati rappresenta l’ultimo baluardo di quella che si potrebbe definire una resistenza attiva.

E poi, continuare a vivere, giorno per giorno, seguendo l’orientamento valoriale che spesso si accantona perché in disarmonia con il comune senso del vivere, sospinto da una modernità che valorizza e premia stili che riconoscono nel potere una forma di godimento irrinunciabile.

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