Napoli – L’isola di Gaiola e la villa ‘maledetta’

857
Gaiola
Advertisement

Nel meraviglioso golfo di Napoli, di rimpetto alla costa di Posillipo si erge la piccola isoletta di Gaiola. Un’isoletta piatta simile ad una piccola galia – un vascello di bassissimo bordo- tanto da dare il nome a questo lembo di terra. Si suppone che, in origine, l’oasi fosse il prolungamento del promontorio di Posillipo stesso e che sia stata da esso separata in un secondo tempo per volere del console  Lucullo : ecco perché è tanto vicina alla costa da poter essere raggiunta a nuoto.

Un lembo di terra ambito da molti per la sua posizione geografica amena e vicina alla città, tuttavia intorno all’isolotto si sono sviluppate diverse leggende. La popolazione del luogo non ha mai visto di buon occhio la Gaiola, considerandola una sorta di «isola maledetta»,
nomea dovuta alla frequente morte prematura dei suoi proprietari.

Dopo essere appartenuta all’archeologo Guglielmo Bechi, che l’aveva acquistata assieme a parte del promontorio nel 1820, nel 1874 essa passò a Luigi de Negri, che vi costruì una
villa che la caratterizza ancora oggi. La villa, che nasce in posizione privilegiata, fu
anche di proprietà del celebre Norman Douglas, autore della Terra delle Sirene.

Ecco che iniziarono le sventure: negli anni venti del 900, l’oasi appartenne allo svizzero
Hans Braun, il quale fu trovato morto e avvolto in un tappeto; di lì a poco la moglie annegò in mare. La villa passò così al tedesco Otto Grunback, che morì d’infarto mentre vi soggiornava. Simile sorte toccò all’industriale farmaceutico  Maurice-Yves Sandoz  che morì suicida in un manicomio in Svizzera. Il suo successivo proprietario, un industriale tedesco dell’acciaio, il barone Paul Karl Langheim, finì sul lastrico a causa delle feste e degli efebi, dei quali di solito amava circondarsi. L’isola è appartenuta anche a Gianni Agnelli che subì la morte di molti familiari; a Jean Paul Getty, il cui nipote fu rapito dalla ‘Ndrangheta e, successivamente, a Gianpasquale Grappone, che rimase coinvolto nel fallimento della sua società di assicurazioni Lloyd Centauro nel 1978.

Messo all’asta, il complesso naturale è diventato proprietà della Regione Campania. Nel 1996 l’intera proprietà della Regione fu affidata all’associazione Marevivo che si era proposta di realizzare un Museo per la valorizzazione delle risorse marine. Tale progetto non fu mai realizzato e nel 2009 la Regione ha affidato la proprietà alla Soprintendenza Archeologica (Ente gestore del Parco Sommerso di Gaiola) che nella dependance della Villa ha realizzato in collaborazione con il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola onlus, un Centro operativo per la Ricerca e Divulgazione scientifica del patrimonio naturalistico – archeologico del Parco.   © Diritti Riservati MN24

Giuseppina Rita De Stefano

Advertisement